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L’attore che spacciava droga, arrestato nell’operazione contro il clan Molè
ROMA – L’attore professionista che spacciava droga.
Anche lui, Stefano Sammarco di 33 anni, è finito in manette nell’ambito dell’operazione Mediterraneo che ieri ha portato all’arresto di altre 53 persone, appartenenti alla potente cosca Molè della ‘ndrangheta. Secondo l’accusa, l’attore che ha recitato in numerose fiction e nel film “Cinque”, in cui ha interpretato il ruolo di un rapinatore, avrebbe svolto un ruolo di primo piano nella gestione dello spaccio di droga controllato dal clan calabrese nella zona di Civitavecchia. Sammarco, tra l’altro, era già stato arrestato nel 2012 perchè nascondeva nella propria auto 740 grammi di hashish e 900 euro in contanti considerati dagli investigatori provento dell’attività di spaccio.
Il clan Molè: armi, droga e slot machine
Le sale giochi e delle slot machine a Roma erano il “core business” delle attività della cosca Molè di Gioia Tauro che aveva ampliato lo spettro di azione anche nel controllo di imprese commerciali e imprenditoriali e nella gestione di significativi interessi in materia di traffico di armi e droga. Ieri nella rete dei carabinieri del Ros, sono finite 53 persone accusate di associazione mafiosa, traffico di armi e di stupefacenti e intestazione fittizia di beni. L’operazione, che oltre alla Calabria e al Lazio ha interessato anche Umbria, Liguria, Francia e Albania, ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 25 milioni tra cui una struttura per esami radiologici a Gioia Tauro, e, in Umbria, un centro odontoiatrico.
L’indagine ha preso forma da alcuni spunti investigativi emersi nel corso della faida dei Molè contro i Piromalli, legati da vincoli di parentela e da storici rapporti di ‘affari’ e che ha visto soccombere, con l’omicidio di Rocco Molè del primo febbraio del 2008, quella che veniva considerata ‘l’ala militare’ del potente sodalizio criminale, un tempo unito. L’attività di coordinamento del gruppo era comunque ancora affidata alle decisioni di Girolamo Molè, detto ‘Mommino’, di 53 anni, da tempo detenuto e condannato definitivamente all’ergastolo, considerato la “testa pensante” della cosca.
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