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Lo scandalo delle coop di Renzi si ripercuote sui lavoratori, protesta a Cosenza

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Lo scandalo delle coop di Renzi si ripercuote sui lavoratori, protesta a Cosenza

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Ex lsu – Ata: puliscono scuole da venti anni. Per non assumerli il Governo spende 60 milioni di euro in più appaltando il servizio attraverso Consip.

 

COSENZA – Tagli, appalti, cooperative e lavoratori che soffrono. Per risparmiare sulla scuola nel 2014 Renzi aveva ben pensato di affidare le pulizie delle scuole a dei privati, facendo gestire gli appalti a Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Una società che in due anni ha letteralmente messo in ginocchio gli ex Lsu Ata: 13mila persone in tutta Italia, 1.200 in Calabria. Di proprietà del Ministero delle Finanze, Consip, coinvolta nelle ultime inchieste su presunti fenomeni corruttivi che vedono tra i protagonisti anche Tiziano Renzi (padre dell’ex premier Matteo Renzi) spalma ogni anno tra più cooperative circa 600 milioni di euro. Da venti anni chi vi lavora è precario. Costretto a subire tagli di ore e dimezzamento della retribuzione mese per mese. A sorpresa. Per tamponare e creare loro ‘meno disagi’ sono stati usati con l’INPS ammortizzatori sociali di ogni tipo. L’ultima trovata è il FIS (Fondo d’Integrazione Salariale) che non percepiscono da dicembre. Hanno tutti un’età superiore ai cinquant’anni e stamattina si sono riuniti in piazza XI Settembre a Cosenza per far sentire la loro voce.

 

Da sempre sono precari e ad agosto scadrà l’ennesimo appalto. I lavoratori però non chiedono il rinnovo della commessa, ma l’assorbimento come personale scolastico pubblico. Non assumendoli il Governo, quindi i cittadini con i loro tributi, spende per pulire le scuole 60 milioni in più l’anno. Soldi che potrebbero essere risparmiati se solo il servizio non fosse affidato a cooperative esterne. L’antieconomicità degli appalti, rispetto all’assunzione diretta di tutti i 13mila ex LSU-Ata è stata più volte dimostrata. Soprattutto se si aggiungono ai costi maggiori del servizio la spesa sostenuta dallo Stato per pagare gli ammortizzatori sociali nei periodi in cui le cooperative applicano il tagli di ore al personale. Un’anomalia che è stata denunciata stamattina in piazza a Cosenza con una richiesta di incontro urgente al Consiglio dei Ministri per portare all’attenzione una situazione paradossale che sta attanagliando le vite di 1.200 famiglie calabresi.

 

Nuclei monoreddito, costretti a vivere con un solo stipendio che varia dalle 400 alle 800 euro. Un salario sempre più difficile da ‘sudare’ con gli ingegni della Buona Scuola di Renzi e il progetto Bella Scuola. Un’iniziativa devastante per gli ex Lsu – Ata cosentini, che ha portato donne di sessanta anni a lavorare ad oltre cento chilometri da casa, piegate per ore a stuccare muri. Senza alcuna preparazione e senza alcuna garanzia di continuità. Ad oggi la riforma di Renzi ha portato agli scandali su cui ancora si sta indagando per una gestione assurda. In sintesi. Il Ministero paga per ogni lavoratore 2.200 euro al mese alle scuole, che poi girano il denaro alle cooperative per pagare le prestazioni dei lavoratori a cui vanno, se va bene, poche centinaia di euro. Perchè? Si spera che nell’incontro a Roma che sarà richiesto dal vice prefetto di Cosenza al primo Ministro Gentiloni, le istituzioni sappiano rispondere. L’iniziativa di protesta, organizzata dal sindacato Usb si è svolta contemporaneamente oltre che a Cosenza anche a Roma (presidi sotto sede Consip e Ministero dell’Istruzione), Bari e Cagliari.

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