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Massoneria in Calabria, la commissione antimafia dispone sequestro elenchi iscritti

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Massoneria in Calabria, la commissione antimafia dispone sequestro elenchi iscritti

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Dopo il rifiuto del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia saranno resi noti i nomi dei massoni iscritti per verificare eventuali infiltrazioni mafiose.


ROMA – Tra botte e risposte, audizioni e interviste, convocazioni e rifiuti a presentarsi, lettere e minacce, si e’ consumata oggi l’ultima puntata dello scontro tra la Commissione parlamentare Antimafia e il Maestro del Grande Oriente d’Italia. Sono state fatte tutte le verifiche giudiziarie, sono stati adempiuti tutti gli obblighi riguardo al tema della privacy: dopo questi passaggi compiuti nelle ultime settimane e’ arrivato oggi il via libera della Commissione, che ha la facolta’ di procedere alle indagini ed agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorita’ giudiziaria, affinche’ si proceda al sequestro dell’elenco delle logge massoniche in Sicilia e Calabria.

 

La Guardia di Finanza sta quindi procedendo su input della Commissione parlamentare antimafia al sequestro degli elenchi delle Massonerie. E’ l’atto estremo al termine di un lungo braccio di ferro. La presidente della Commissione Rosy Bindi ha piu’ volte invitato i vertici delle logge massoniche a fornire gli elenchi per fare luce sul rischio di infiltrazioni di esponenti della criminalita’ organizzata. Il gran maestro del Goi, Stefano Bisi, si e’ piu’ volte opposto. Da mesi si punta a chiarire per esempio per quale motivo a Castelvetrano, luogo dove e’ nato e cresciuto Matteo Messina Denaro, ci sia un numero cosi’ consistente di logge massoniche.

 

Ora quindi il cerchio dell’Antimafia si stringe attorno alla massoneria. In Sicilia gli iscritti al Goi sono 2208 mentre in Calabria 2635. La Commissione parlamentare Antimafia nel corso delle indagini ha tra l’altro audito anche il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi, il Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia d’Italia Ordine Generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Massimo Criscuoli Tortora e il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Antonio Binni. Ma e’ soprattutto il Goi ad avere il numero piu’ alto di fratelli: gli iscritti sono circa 23 mila appartenenti a 850 logge, ognuno dei quali paga circa 400-500 euro l’anno al Goi che fanno una cifra pari a 11 milioni l’anno di euro.
La tensione tra il Goi e la Commissione Antimafia che ha ascoltato anche Di Bernardo, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1990, entrato in massoneria a 22 anni, fino al 1993, quando rassegno’ le dimissioni e’ stata sempre alta: nei giorni scorsi il Grande Oriente d’Italia ha richiesto la restituzione delle carte che erano state sequestrate dall’allora procuratore di Palmi Agostino Cordova quando condusse l’inchiesta sulle logge massoniche. Il sequestro è stato deliberato all’unanimità e riguarda tutti gli iscritti, dal 1990 a oggi, alle logge di Calabria e Sicilia delle associazioni massoniche: Grande Oriente d’Italia; Gran Loggia Regolare d’Italia; Serenissima Gran Loggia d’Italia; Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori. Per acquisire la documentazione necessaria, la Commissione ha delegato lo SCICO della Guardia di Finanza di Roma a procedere alle perquisizioni.

 

LE MOTIVAZIONI DEL SEQUESTRO DEGLI ELENCHI DEGLI ISCRITTI

“Nel corso di missioni in Calabria e Sicilia, di documentazione acquisita ed audizioni finora svolte, sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta di settori della massoneria”. Sono queste le motivazioni con la quali la Commissione parlamentare antimafia spiega l’avvio di una inchiesta, avvenuta tempo fa, sui rapporti tra mafie e massoneria e l’invio oggi della Guardia di Finanza nelle sedi di quattro obbedienze massoniche per sequestrare gli elenchi degli iscritti in Sicilia e in Calabria. “Si è anche evidenziata la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti“, spiega l’Antimafia.

 

L’inchiesta nasce sia in prosecuzione di attività svolte da altre Commissioni di inchiesta di precedenti legislature, sia in relazione a fatti di cronaca e procedimenti giudiziari recenti avviati dalle Procure della Repubblica siciliane e calabresi per accertare l’esistenza del fenomeno, così attualizzando fatti simili del passato. Per questa ragione sono state svolte dalla Commissione una serie di attività, comprese audizioni a testimonianza di alcuni Gran Maestri o, comunque, di soggetti appartenenti alla massoneria, audizioni di magistrati di diversi distretti giudiziari e si è acquisita molta documentazione. “Ritenendo che le stesse logge massoniche, a rischio di strumentalizzazioni mafiose, avessero interesse ad accertare eventuali devianze, è stato chiesto ai rispettivi Gran Maestri in uno spirito di collaborazione – spiega in una nota la Commissione Antimafia – di trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria”.

 

Questi elenchi sono necessari per verificare la presenza, tra gli iscritti, di soggetti riconducibili a vario titolo alle organizzazioni mafiose o in rapporto con le stesse. La Commissione ricorda di aver più volte reiterato l’invito “ricevendo, tuttavia, risposte del tutto negative o dilatorie,in nome del diritto alla privacy o, addirittura, contestando la stessa legittimazione dell’organo parlamentare all’acquisizione. “Tali obiezioni appaiono assolutamente pretestuose”, scrive l’Antimafia. “In un Paese democratico, non esiste associazione di sorta le cui esigenze interne possano prevalere sulle esigenze di tutela della collettività”, rileva la Commissione, presieduta dall’on Rosy Bindi.

 

“D’altra parte – si rileva – le inchieste parlamentari sono un aspetto dell’esercizio della funzione legislativa, finalizzate a svolgere un’attività conoscitiva per poi formulare proposte di carattere normativo”. Alla luce del rifiuto da parte dei Gran maestri auditi di consegnare i documenti di interesse dell’inchiesta parlamentare, avvalendosi dei poteri attribuiti dall’art. 82 della Costituzione e dalla Legge istitutiva, del 19 luglio 2013,la Commissione ha oggi deliberato all’unanimità di procedere al sequestro degli elenchi delle logge calabresi e siciliane, delegando lo Scico della GdF di Roma a procedere alle perquisizioni delle sedi nazionali delle quattro obbedienze massoni. La Commissione, “nonostante non sia opponibile in questo caso il diritto alla privacy”, ha stabilito che gli elenchi saranno assoggettati al regime di segretezza e quindi non soggetti alla divulgazione.

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