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L’Ora della Calabria chiude i battenti, direttore avvisato con una mail

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L’Ora della Calabria chiude i battenti, direttore avvisato con una mail

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COSENZA – Lo sciopero annunciato ieri dai giornalisti si è rivelato funzionale al blocco immediato delle pubblicazioni del noto quotidiano calabrese.

Erano terrorizzati dal dover finire sotto le grinfie dello stampatore Umberto De Rose, quello della fatidica frase “caccia ‘sta cazzi i notizia”. Ora rischiano di rimanere senza lavoro. L’Ora della Calabria a partire da stamattina non sarà più in edicola fino a data da destinarsi, mentre il sito è già stato oscurato. Un fatto che lascia attoniti i lettori soprattutto alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal direttore della testata Luciano Regolo che spiega come la liquidazione del gruppo editoriale C&C, che ha contratto un debito di 600mila euro con lo stampatore De Rose, sia stata usata per zittire una voce ‘semi-indipendente’ nel fosco panorama giornalistico calabrese. Il tutto pare sia avvenuto con una semplice mail. Nè una telefonata, nè un incontro formale. Solo poche righe recapitate alle 18.28 dalla casella di posta elettronica del liquidatore Giuseppe Bilotta all’indirizzo del direttore dell’Ora della Calabria.

 

“Tale gesto improvviso, – tuona Luciano Regolo – sulla base di spiegazioni pretestuose, quale la necessità di non gravare con ulteriori spese di stampa il bilancio (nei tre giorni di sciopero non si sarebbe comunque andati in stampa), si configura come una ritorsione inaccettabile specialmente perché sia il comitato di redazione sia il sottoscritto nel numero oggi in edicola avevamo destato la pubblica attenzione su alcuni aspetti poco chiari nelle modalità e nelle procedure di liquidazione stessa. Tale convincimento è suffragato anche dal fatto che il liquidatore, con scelta ‘totalitaria’, annuncia anche la cessazione dell’attività online che non ha e non può avere alcun costo giornaliero sensibile ai fini del bilancio. Una scelta quindi solo dovuta alla volontà di mettere i bavagli alla redazione e al direttore dell’Ora. Faccio notare altresì che meno di 24 ore prima, alle 20.01 di ieri, dell’e-mail che tacita l’Ora e il nostro sito, lo stesso Bilotta rassicurava l’intera redazione con una e-mail di cui ciascuno di noi conserva copia in cui annunciava che l’azienda avrebbe provveduto a pagare le spettanze dovute. Quindi, da un punto di vista contabile, non sollevava affatto il problema costituito dal costo del prosieguo delle pubblicazioni, che evidentemente è stato pretestuosamente tirato in ballo solo dopo la nostra protesta.

 

Devo inoltre annunciare che questo non è il primo grave episodio registrato. La sera del 7 aprile, infatti, poiché il giorno prima il comitto di redazione aveva pubblicato un proprio comunicato sul giornale dichiarando lo stato di agitazione sempre per la situazione oscura sul futuro della testata, avendolo io cercato al telefono mi disse che avrebbe interrotto le pubblicazioni poiché il sindacato aveva ‘osato’ indire una protesta”. E così è stato. Il liquidatore Bilotta ha annunciato la morte dell’Ora della Calabria. La redazione di QuiCosenza esprime la propria solidarietà ai colleghi della testata vessata dal ‘cinghiale’ auspicando che tale episodio non cada in sordina e possa così aprire una nuova pagina nel giornalismo calabrese sempre più piegato ai voleri dei poteri forti.

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