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Emergenza abitativa, il Comune chiede casa ai soliti noti ‘palazzinari’ della città

Area Urbana

Emergenza abitativa, il Comune chiede casa ai soliti noti ‘palazzinari’ della città

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Comitato PrendoCasa: “Perché versare nelle casse di privati ogni mese denaro pubblico che invece potrebbe essere utilizzato per recuperare palazzi vuoti e inutilizzati?”

 

COSENZA – Il Comitato PrendoCasa, analizza la decisione presa dal Comune, qualche giorni fa, di ricercare immobili privati e pubblici da destinare all’emergenza abitativa. 

“L’assessore Caruso – si legge in una nota – cerca casa, anzi, case. Il comune di Cosenza è alla ricerca di immobili ad uso residenziale da destinare all’emergenza abitativa. Ovviamente l’affitto sarà pagato da Palazzo dei Bruzi. Le manifestazioni d’interesse dovranno giungere entro il 27 febbraio, sostanzialmente un regalo dell’amministrazione Occhiuto ai soliti noti palazzinari di questa città. Si preferiscono ancora soluzioni tampone a piani strutturali. Assistiamo all’ennesimo paradosso, si vende il patrimonio pubblico, si sottoutilizza l’esistente e allo stesso tempo si cercano immobili per foraggiare la rendita dei soliti noti. Il caso del civico 130 di via Rivocati evidentemente non insegna. Il Comune, fino al 2016, spendeva 240 mila euro annui, per pagare gli affitti delle cosiddette emergenze abitative, che ormai durano da decenni. Non mettiamo in discussione il diritto di queste famiglie ma le politiche esclusivamente emergenziali e speculative che ruotano intorno al bisogno casa. Ciò non giova alle famiglie cosentine né alle casse dell’ente ma esclusivamente ai signori del mattone che in questa città spadroneggiano e verso cui la politica è subalterna.

19pol1-occupazione-cosenza-164528Perché versare nelle casse di privati ogni mese denaro pubblico che invece potrebbe essere utilizzato per recuperare palazzi vuoti e inutilizzati assegnandoli alle famiglie aventi diritto? Lo scorso settembre l’assessore indicò l’inizio di una nuova fase e la conseguente riorganizzazione delle cosiddette emergenze abitative. Purtroppo constatiamo che non c’è stato alcun cambiamento di indirizzo politico. A mezzo stampa annunciò: “interventi di recupero sugli immobili di proprietà comunale che possano essere adibiti ad alloggi popolari o anche il ricorso a procedure espropriative”. Basterebbe essere conseguenti. Si risponderà che per pastoie legali o burocratiche questo non si può fare. Bene, lo anticipiamo, a noi non interessa. Se c’è la volontà politica di non risolvere e mantenere il problema, lo si dica. Alloggeremo nei musei, nei parcheggi sotterranei e negli avveniristici futuri stadi.

 

 

 

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