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Ruben racconta Celiberti, tra sogno e realtà

Cultura & Spettacolo

Ruben racconta Celiberti, tra sogno e realtà

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Quella di Ruben Celiberti è una storia molto bella e ricca di spunti interessanti e intensi. Tenacia, passione e una forza di volontà incredibile, sono gli ingredienti fondamentali della sua pittoresca carriera e della sua vita.

Talentuoso ballerino argentino, di origini abruzzesi, è ritenuto una delle stelle della danza mondiale. Nato a Rosario in Argentina, una delle zone maggiormente influenzate dal tipico ballo del Tango, il piccolo Ruben dimostra già di avere delle doti artistiche fuori dal comune, tanto di spingere i genitori a fargli studiare il pianoforte sin dalla età di due/tre anni con la sua prima maestra Titti Brunato, dirimpettaia di casa. Crescendo, si diplomò al conservatorio musicale a pieni voti, mentre aveva già iniziato gli studi della danza.

La sua vena artistica, le sue doti fisiche e sportive, specie nel pattinaggio a rotelle, e il suo rapido apprendimento del piano e dei passi della danza, spingono il quindicenne Ruben a lasciare la sua città e la sua famiglia per tentare fortuna a Buenos Aires, al teatro Colòn, dove si teneva una selezione tra centinaia di aspiranti ballerini. La sua voglia di farcela e di dimostrare di essere il migliore lo portano a vincere la selezione. Ruben era entrato nel corpo di ballo dell’Istituto Superiore d’Arte del famoso teatro Colòn di Buenos Aires, al fianco di ballerini promettenti del calibro di Julio Bocca e Maximiliano Guerra che hanno dato lustro al balletto classico anche in Italia.

A Buenos Aires conosce uno dei più grandi di tutti i tempi, Rudolf Nurejev, il quale gli diede dei preziosi consigli che avrebbe utilizzato di lì a poco. A diciannove anni si trasferisce a Parigi alla Salle Pleyel, per motivi di studio, dove incontra Roland Petit e Zizì Jeanmaire, mostri sacri della danza francese, i quali lo misero subito sotto contratto. Fece parte anche del Ballet National de Marseille diretto sempre da Roland Petit con cui iniziò numerose tournèe in tutto il mondo.

Nel 1988, a Marsiglia, incontra Alessandra Martines durante un balletto con la compagnia di Petit e consiglia a Ruben, dopo aver visto cosa era capace di fare e come teneva la scena, di tentare l’esperienza in Italia, in quanto sapeva ballare, suonare e cantare anche da solista. Così, nello stesso anno, decide di lasciare Parigi per venire a Roma e incontrare, per il provino, il regista Michele Guardì che stava preparando Buona Fortuna, un programma su Rai 1. Il suo mini show di quindici minuti, davanti alle telecamere, gli vale la scrittura. Vittorio Biagi, Lindsday Kemp e Micha Van Hoecke, quest’ultimo attuale direttore del corpo di ballo dell’Opera di Roma, tra i più famosi coreografi e registi di sempre, scrissero per lui alcuni balletti in cui Ruben alternava il ballo alla musica, e gli valsero poi il riconoscimento di diversi premi, tra cui il Premio “Gino Tani” nel 1990 e il “Leonide Massine” a Positano nel 1991, ricevuto direttamente dalle mani di Rudolf Nurejev e organizzato dal noto critico di danza Alberto Testa.

 

In quegli anni ha collaborato anche con l’Accademia Filarmonica Romana diretta all’epoca da Adriana Pagni, e fondata da Gioacchino Rossini, e con Cristina Mustica che produsse alcuni suoi spettacoli di successo. Nel 1989 incontra Giuseppe Patroni Griffi che scrive per lui delle opere teatrali di successo come “La dama delle camelie” di Dumas figlio. Nello stesso tempo, anche la vita privata di Ruben Celiberti subisce dei cambiamenti, infatti, sempre in Italia, conosce in quegli anni l’attrice e cantante napoletana Lina Sastri. I due rimasero sposati per sette anni e ancora oggi, dopo tanto tempo, sono in splendidi rapporti di amicizia. In quegli anni la carriera di Ruben Celiberti era decisamente in ascesa e, dopo aver fatto incetta di premi in Francia e in Italia, si consacrava anche come showman a tutto tondo.

 

Nei primi anni Novanta Celiberti si afferma sia nella televisione e nei teatri italiani e sia sul palcoscenico internazionale. Spettacoli come “Amor y Tango” e “Un americano a Parigi” con Raffaele Paganini e Rossana Casale, lo portano a girare tutti i teatri d’Italia facendo registrare costantemente il sold out.

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Agli inizi del Duemila Ruben Celiberti decide di trasferirsi negli Stati Uniti d’America, prima a New York e poi in Florida, dove risiede tuttora. La sua passione per il tango lo ha portato nel tempo a rivisitare i grandi classici di Astor Piazzolla e Carlos Gardel, i padri fondatori del tango argentino. Gli spettacoli di Celiberti, ancora oggi, sono un concentrato di passione, vigore fisico, commozione ed erotismo, un mix esplosivo di sentimenti che rimangono nella mente e nel cuore dell’intera platea. Personaggio eclettico, istrionico e sempre affascinato dalle evoluzioni continue della danza in tutte le sue forme. Da ricordare i suoi incontri e le sue performance, specialmente durante il periodo vissuto in Francia, con alcuni tra i più grandi ballerini di sempre, come la coppia Ekaterina Maximova e Vladimir Vasiliev, Michail Barysnikov, Natal’ja Makarova, Dominique Khalfouni e Denis Ganio, questi ultimi due Etoils del Ballet National de Marseille di Roland Petit.

25 anni dopo, Ruben Celiberti potrebbe tornare a Cosenza

celibertiLe persone cruciali nella vita e nella carriera di Celiberti sono state tre. Il padre, suo primo fan, il quale piangeva nel vederlo ballare, dicendogli di avere la danza scolpita nel corpo. Rudolf Nurejev, incontrato nel 1983, per i suoi preziosi consigli dopo averlo visto provare con la sua compagnia di Nancy. Giuseppe Patroni Griffi per aver firmato i suoi spettacoli italiani di maggiore successo. In Florida sta collaborando ultimamente in alcuni progetti con la fotografa Vicki Baker e con la scrittrice e regista argentina Roi Escudero, in cui illustra il mondo della danza e della musica in maniera del tutto innovativa e originale. Il tutto è ancora top secret.

Un altro progetto di Ruben Celiberti è quello di tornare molto presto nei maggiori teatri italiani con un altro spettacolo imperdibile, e anche la città di Cosenza potrebbe esserne il proscenio, esattamente venticinque anni dopo la sua ultima apparizione.

Aspetteremo ansiosi questo ritorno dopo un quarto di secolo, per potere ammirare il Tango, e non solo, di Ruben Celiberti. Il suo inconfondibile trasporto e la sua vena artistica carismatica lo collocano di sicuro tra le stelle più luminose del firmamento della danza del secolo scorso.

Luca Le Piane

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