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Scorie nucleari a perdere, in mare: l’insabbiamento di Cetraro

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Scorie nucleari a perdere, in mare: l’insabbiamento di Cetraro

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CETRARO (CS) – Nonostante, intimidazioni, attentati, minacce di morte, insabbiamenti e depistaggi, la verità verrà a galla.

A dirlo è il giornalista Gianni Lannes che da diversi anni si occupa della questione delle navi dei veleni che oggi ha pubblicato sul proprio blog Su la testa! gli ultimi rilievi sul caso Cunsky. “Esiste un documento ufficiale della Commissione europea, tra le innumerevoli prove che ho raccolto sul campo, – scrive Lannes – il quale attesta che l’Italia ha iniziato ad occultare i rifiuti radioattivi, affondandoli nell’Oceano Atlantico nel 1967. Anche il Mar Mediterraneo da più di 30 anni viene usato come una discarica. Vi ricordate la vicenda di Cetraro insabbiata a dovere dallo Stato italiano? La situazione non è affatto chiarita. Allora, la regione Calabria sotto l’impulso dell’assessore Silvio Greco, con propri mezzi aveva scoperto e filmato al largo la nave Cunski, imbottita di rifiuti radioattivi.

 

Sui fondali al largo di Cetraro, come ben sanno le autorità italiane, giacciono ben sei navi: alcune sono relitti della prima e seconda guerra mondiale. Ma in mezzo a loro c’è inconfondibilmente la famigerata Cunski. Tra la nave Catania a cui ha fatto riferimento l’allora ministro Prestigiacomo unitamente al procuratore nazionale Grasso, e il relitto della Cunski ci sono più di sei chilometri di distanza. Inoltre, in una pubblicazione risalente al 1997 a cura dell’Ufficio Storico della Marina Militare, intitolata, Navi mercantili perdute, si evince a pagina 111, che appunto la nave Catania sia affondata al largo del porto di Napoli il 4 agosto 1943, ma non al largo di Cetraro nel 1919, come ha sostenuto il governo Berlusconi. Tra l’altro, come è noto a chi abbia realizzato direttamente a ricerche approfondite nell’archivio Storico della Marina Militare, ben sa che già negli anni ’50, a livello ufficiale, era stata realizzata dalla Marina Militare per ordine dello Stato Maggiore, una mappa ed un elenco dei relitti risalenti alla prima e seconda guerra mondiale. Navi ben diverse da quelle piene di scorie pericolose affondate dolosamente, negli ultimi tre decenni nei mari nazionali.

 

Capitolo a parte le conclusioni non dimostrate della Commissione bicamerale presieduta da Gaetano Pecorella. Per quale ragione e in base a quale diritto, o meglio abuso di potere, ben 600 atti relativi alle cosiddette “navi dei veleni” sono stati segretati dallo Stato italiano, in palese violazione della Convenzione di Aarhus, ratificata dalla legge statale numero 108 del 2001? Il capitano Natale De Grazia mentre stava indagando su ben 180 affondamenti sospetti nel Tirreno, nello Jonio e nell’Adriatico, è stato assassinato il 12 dicembre 1995. E poi il giallo della sottostante ordinanza della Guardia Costiera, prima emanata nel 2007 per grave inquinamento (avevano riscontrato addirittura il Cobalto sia nell’acqua di mare che nei pesci) e poi revocata con una semplice riunione. Secondo quanto riferisce l’interrogazione parlamentare a risposta scritta numero 4-07644 a firma di 9 deputati,”l’ordinanza della capitaneria di porto di Cetraro n. 3 del 2007 venne ritirata un anno e quattro mesi dopo la sua emanazione, in data 8 agosto 2008 con ordinanza n. 30/2008, a seguito di una riunione tenutasi il 7 agosto 2008, alla quale parteciparono i rappresentanti dell’Asl di Paola, della provincia di Cosenza, dell’Arpacal e due addetti della polizia giudiziaria ambiente della procura e dove si stabilì che le sostanze inquinanti individuate un anno prima o non erano più presenti in acqua o non erano più nocive”.

 

Singolare coincidenza: il governo Berlusconi non ha fornito risposta alle numerose interrogazioni parlamentari sul caso delle navi a perdere, in quel di Cetraro. Perché? Il 9 febbraio 2010 in una conferenza stampa a Cetraro, ho mostrato a numerosi giornalisti presenti, nonché ai colleghi del Tg 3 che mandò in onda il servizio nell’edizione nazionale, le prove dell’imbroglio. Chi ha mentito: la Marina Militare oppure il Governo Berlusconi? Soltanto un caso? Putroppo nei mari italiani ci sono centinaia di carrette affondate con rifiuti pericolosi e migliaia di container. Ineludibile domanda finale: dove vanno a finire le scorie industriali più pericolose prodotte in Europa? La risposta è un immenso buco nero, un vaso di Pandora che va scoperchiato definitivamente per il bene dell’umanità, del popolo italiano e del Mediterraneo”. E soprattutto della Calabria. 

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