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Usura, allarme in Calabria. Beni per milioni di euro all’asta
Siamo intervenuti più volte sul tema dell’usura che, specialmente dalle nostre parti è un male “incurabile” tenuto conto anche che le banche hanno chiuso i “rubinetti” del credito, concedendo prestiti a chi può “restituirli”, vale a dire a chi già i soldi ce li ha e non all’imprenditore che, in questo momento ha bisogno e che fino ad oggi è stato sempre puntuale nel far fronte al suo impegno debitorio.
Ma chi sono gli usurai? Certamente non solo i delinquenti acclarati e di professione ma anche quelli che dietro giacca e cravatta, istituzionalizzati e, fra un segno della croce e l’altro, costringono il malcapitato a tassi di interessi elevatissimi, fra questi anche le banche. Il Papa, in questi giorni è stato categorico e, come al solito non ha lasciato spazio ad interpretazioni: “quando una famiglia non ha da mangiare perché deve pagare il mutuo agli usurai, no, quello non è cristiano, non è umano. L’usura è una piaga sociale che ferisce la dignità della persona umana.”. Il pontefice ha anche definito l’usura come «una drammatica piaga sociale che ferisce la dignità inviolabile della persona umana». Evidenziamo questo problema che, molte volte resta nascosto, non denunciato, a tutto vantaggio di chi specula sulla povertà e sui problemi arricchendosi, ribadisco, siano essi delinquenti di professione o professionisti delinquenti. In questi giorni sto guardando l’albo pretorio dei comuni della provincia di Cosenza dove vengono affissi, oltre agli atti deliberativi degli enti, anche i beni che il tribunale mette all’asta. Ebbene, emerge un dato allarmante: solo nel mese di gennaio, mediamente, sono stati affissi beni destinati all’asta che si aggirano sui due milioni di euro per comune. Parliamo di comuni che vanno dai dieci ai ventimila abitanti. All’asta vanno attività economiche, ristoranti, terreni ed abitazioni private, per la gran parte ipotecate dalla banca per concedere un prestito. Così succede, com’è già accaduto che all’asta l’abitazione del signor Rossi, a lui costata 30 anni di emigrazione, viene svenduta alla delinquenza comune o organizzata che poi la rimette in vendita sul mercato al doppio. Certo, le banche devono rivalutarsi sul bene posto a garanzia, è giusto che il debitore paghi il debito ma, è giusto anche che qualcuno vada incontro alle esigenze dell’onesto lavoratore che si trova in momentanea difficoltà. Lei ha ragione caro Papa Francesco “non è cristiano, non è umano” tutto ciò.
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