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Trovato cadavere alle cupole geodetiche, ancora in cella frigorifera al cimitero

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Trovato cadavere alle cupole geodetiche, ancora in cella frigorifera al cimitero

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COSENZA – E’ trascorso quasi un mese e ancora la salma del clochard, l’immigrato moldavo Giorgio Krudo, 43 anni, è nella cella frigorifera del cimitero di Cosenza.

Il cadavere dell’uomo era stato trovato dopo circa 15 giorni dal decesso all’interno delle cupole geodetiche di Cosenza, e anche se viene chiamato Giorgio Krudo, resta senza un nome ed è ancora registrato come persona sconosciuta. Non si può procedere nè alla sepoltura provvisoria nel camposanto bruzio, nè al rimpatrio della salma per essere sepolta nel suo paese in quanto non sarebbe stata fatta nessuna comunicazione ufficiale al cimitero comunale sull’identità certa della persona deceduta nelle cupole. L’altro problema però è soprattutto la mancanza dei fondi necessari per coprire le spese del trasporto. Per questi motivi la salma continua a rimanere dimenticata e abbandonata nella camera mortuaria del cimitero di Cosenza.

 

A denunciare, dopo aver parlato oggi al telefono con il responsabile del cimitero, quello che definisce “un fatto grave e triste, non degno di una paese civile e di una città solidale, accogliente e ospitale come Cosenza” è il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che dal momento del ritrovamento del cadavere di quest’uomo sta conducendo una battaglia per far rimpatriare la salma. Così come, lo stesso responsabile di Diritti Civili, ha fatto in questi anni per tanti altri immigrati deceduti tragicamente le cui salme sono state fatte rimpatriare.

 

“Ancora una volta mi tocca denunciare un dramma di questi invisibili, i veri poveri, i cosiddetti ultimi, che si vedono i loro diritti calpestati anche dopo che sono morti e le cui storie di miseria e disperazione mi colpiscono profondamente. Purtroppo combatto quasi da solo, soltanto Padre Fedele, che ringrazio, ancora una volta si e’ offerto di aiutarmi. Il comune di Cosenza e il sindaco Occhiuto invece continuano a tacere, anche di fronte ad una simile tragedia umana, impegnati come sono ad accendere le luci natalizie sull’altra città, quella scintillante e festosa, ignorando quella della povertà e della sofferenza. Chiedo che venga subito comunicata al responsabile del cimitero la identità del clochard morto nelle cupole in modo che si possa almeno e provvisoriamente seppellirlo a Cosenza, in attesa poi di poterlo rimpatriare”.

 

“Chiedo – sottolinea Corbelli – che almeno prima di Natale questo immigrato povero e sfortunato possa essere sepolto e avere una lapide che lo ricordi. Lapide che mi preoccuperò personalmente di far realizzare e offrire. Spero che almeno questo mi venga consentito di poterlo farlo. Ad un altro immigrato, un rumeno, il signor Tanasi, che ho tolto dalla strada (dormiva, senza una gamba, sotto un albero, in viale Mancini) e fatto ritornare e ospitare all’Oasi Francescana, sto per regalare una protesi al posto della gamba, che ha perso per una malattia, a questo altro povero e ancora più sfortunato clochard morto nelle cupole per la sua povertà, voglio prima di Natale almeno fargli dare una sepoltura e una lapide”.

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