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Milioni di euro per costruire opere ‘killer’ tra escort e ‘figli di papà’, nel mirino A3 e Tav

Calabria

Milioni di euro per costruire opere ‘killer’ tra escort e ‘figli di papà’, nel mirino A3 e Tav

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Subappalti e prostitute insieme alle classiche ‘mazzette’ per costruire infrastrutture di pessima qualità con la collaborazione dei figli dei ‘notabili’ del Belpaese.

 

GENOVA – Un meccanismo oleato, rodato e perfettamente funzionante. Le due operazioni scattate all’alba di ieri (Amalgama e Arka di Noè) che hanno portato alla notifica di 21 ordinanze di custodia cautelare hanno tentato di far luce sulla corruttele per la costruzioni di importanti infrastrutture. Si tratta dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria, della Tav Milano-Genova e della ‘navetta’ Pisa Stazione – Pisa Aeroporto. Grandi opere che consentono ai ‘prescelti’ di ‘maneggiare’ miliardi di euro senza alcun tipo di controllo, almeno sino a ieri. Figli di papà ‘protetti’ verosimilmente da potenti ‘amici’ sui quali avrebbero potuto sempre contare per censurare le proprie ‘marachelle’ ai danni dello Stato e dei contribuenti italiani. Tra gli arrestati nell’ ambito dell’inchiesta romana appare infatti Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea a bracceto con il ‘collega’ più ‘fortunato’ in quanto indagato a piede libero Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Per loro l’amministrazione del denaro pubblico sarebbe semplicemente uno scambio di favori tra dirigenti e imprenditori. E così si redigevano falsi certificati sui lavori in cambio di subappalti. A centro del business il direttore lavori, l’ingegner Giampiero De Michelis, considerato il promotore e organizzatore dell’organizzazione criminale insieme all’imprenditore calabrese Domenico Gallo. Quest’ultimo avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa per ottenere ‘favori’, mentre il gip ha riscontrato circostanze che “destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata“.

 

Ed era proprio lui che, incaricato della direzione dei lavori svolgeva compiacenti controlli di qualità e rilasciava certificati falsi sulla corretta esecuzione delle opere, ottenendo come contropartita subappalti per le aziende di parenti e amici. Le forniture, ovviamente, non brillavano per l’eccellenza dei materiali tant’è che nelle intercettazioni captate nel corso delle indagini si parla di cemento simile a colla che sarebbe stato restituito perchè di fatto inutilizzabile. Il silenzio sulla pessima qualità dei lavori, però veniva comprato appunto con subappalti ed escort. Un esempio. Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con prostitute. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con delle meretrici oltre che alle classiche ‘mazzette’. Un sistema che, secondo gli inquirenti, andava avanti da almeno un anno e mezzo. Le trentuno persone coinvolte nell’indagine sono accusate a vario titolo di corruzione, concussione e turbativa d’asta. Per la sola operazione Arka di Noè è stata accertata l’aggiudicazione ‘sospetta’ di appalti per oltre 324 milioni di euro. Il tratto di A3 che rientra nell’inchiesta è quello compreso tra lo svincolo di Scilla e lo svincolo di Campo Calabro, in cui erano presenti 32 tra ponti e viadotti (per una lunghezza complessiva di 3 chilometri), otto gallerie naturali e 1 galleria artificiale (Scilla) di 155 metri. Inoltre i lavori riguardavano anche l`ammodernamento di quattro svincoli (Scilla, Santa Trada, Villa San Giovanni e Campo Calabro).

ARRESTATI

Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza di Genova riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC della linea Milano Genova Terzo Valico dei Giovi; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore. Nel dettaglio in carcere finiscono 11 persone: Giampiero De Michelis, Domenico Gallo, Giuseppina Gallo, Jennifer De Michelis, Riccardo De Blasi, Paolo Brogani, Claudio Baschieri, Mario Berti, Ettore Pagani, Michele Longo, Giandomenico Monorchio. Ai domiciliari nove: Guglielmo Cuzzocrea, Enrico Conventi, Claudio Sergiacomo, Girolamo Demasi, Michele Firpo, Mariano Aprea, Pacifico Belli, Lucia Ceprini e Franco Ceprini mentre l’obbligo di dimora è stato disposto solo per Fausto Cioci.

INTERCETTAZIONI

Nell’aprile 2015, nella quale Gallo dice a un coindagato: “Chi fa il lavoro… la stazione appaltante… i subappaltatori… deve crearsi l’amalgama, mo’ è tutt’uno… Perché se ognuno tira e un altro storce non si va avanti… Quando tu fai un lavoro diventi… parte integrante di quell’azienda là… E devi fare di tutto perché le cose vadano bene… è giusto?”.

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