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L’Annunziata di Cosenza tra malasanità e allagamenti
COSENZA – Mentre l’Ospedale dell’Annunziata fa i conti con i casi denunciati di presunta malasanità, si ci mettono anche le precipitazioni e la carenza d’organico.
Oggi sarà riesumata la salma di Rosella Bruno, di 38 anni, dal cimitero di Roggiano Gravina. La donna è deceduta in circostanze ancora da chiarire – scrive oggi Gazzetta del Sud – a seguito di tre ricoveri e rispettive dimissioni presso il nosocomio cosentino. Secondo il fratello della donna, Rosella era arrivata in condizioni critiche ma non sarebbe stata curata adeguatamente. E così oggi la salma verrà esaminata da un medico legale dell’Università di Bari. Per la morte della donna sono indagate sei persone. Ma l’ospedale cosentino, non combatte solo contro le accuse dei familiari dei pazienti che denunciano presunti casi di malasanità, ma anche con inefficenze di organico e strutturali che, è il caso di dire, fanno acqua da tutte le parti o quasi. Non ultimo il caso di ieri mattina: la pioggia ha provocato l’allagamento di alcuni reparti e pazienti e medici sono stati costretti ad evacuare. Episodio simile a quello accaduto sabato scorso in alcune stanze di neurologia e traumatologia, fatte sgomberare a causa dell’acqua. Ma vogliamo anche parlare della brutta figura, fatta davanti all’universo della rete di Internet, con quel video girato nei corridoi dell’ospedale in cui si vede un topo gironzolare? L’unica nota positiva è arrivata per la situazione legata al personale. Ieri le sigle sindacali che rappresentano i medici dell’ospedale cosentino, hanno siglato un accordo con i vertici dell’Azienda ospedaliera per risolvere la carenza di personale al Pronto soccorso. Una soluzione temporanea che prevede al momento, un progetto di tre mesi e la presenza di 12 medici volontari con compito di aiutare i colleghi in servizio nel reparto di emergenza (quattro di mattina, quattro al pomeriggio e tre per il turno di notte).
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