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Operazione “Vulpes” dopo l’arresto di Lanzino, cinque arresti a Cosenza (LE FOTO)
COSENZA – Le indagini sarebbero state avviate a seguito dell’arresto del latitante Ettore Lanzino.
L’operazione scattata nella nottata tra Cosenza e Rende, e denominata “Vulpes“, è stata compiuta dai Carabinieri del comando provinciale di Cosenza e del Ros di Catanzaro, su richiesta della Dda. Colpita la cosca Lanzino. Fermate cinque persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione e porto illegale di armi, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. Le indagini sono state avviate dopo l’arresto del boss Ettore Lanzino, catturato dai carabinieri il 16 novembre del 2012 a Rende (Cs) dopo una lunga latitanza. Dopo l’arresto di Lanzino gli inquirenti si sono concentrati sull’identificazione dei componenti dell’omonima cosca, che avevano protetto e garantito la latitanza del boss.
I fermati dell’operazione “Vulpes”, sono Adolfo D’Ambrosio, 46 anni, presunto reggente del clan Lanzino, Francesco Costabile, 48 anni, Alberto Superbo, 36 anni, e Mario Potestio, 53 anni. Quest’ultimo e’ il fratello del capogabinetto del Comune di Cosenza, Carmine Potestio. Una quinta persona e’ al momento ricercata.
Le intercettazioni degli episodi estorsivi – “Se mangi da solo t’affoghi” dice Francesco Costabile, uno dei fermati, in una telefonata minatoria intercettata di cui era destinatario un costruttore edile di Rende. Costabile parla in dialetto cosentino. “C’e’ un buon amico che oggi ha intenzione di darvi buoni consigli”, dice Costabile. “Cosi’ evitiamo anche di fare danni al cantiere”, dice ancora il fermato. Il costruttore vessato non ha sporto denuncia.
Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli: “Siamo contenti perche’, con un numero limitato di fermi, crediamo di aver smantellato la struttura del clan Lanzino che si occupava di estorsioni” ha detto Giuseppe Borrelli, Procuratore Aggiunto della DDA di Catanzaro nel corso di una conferenza stampa “I commercianti possono stare un po’ piu’ tranquilli. Ma i vuoti vengono presto colmati – ha detto Borrelli – e quindi servirebbe una collaborazione dei commercianti vessati che invece non c’e’. Si preferisce pagare” . Un aspetto evidenziato anche dal colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza: “L’importante sarebbe che a queste nostre azioni seguisse a una reazione della societa’ civile”. Alla conferenza stampa ha assistito, in disparte, anche il sostituto procuratore della DDA di Catanzaro Pierpaolo Bruni.
Gli investigatori hanno scoperto le attività criminali del clan, finalizzate allo sfruttamento delle risorse economiche attraverso le estorsioni in danno di imprenditori, in particolare del settore movimento terra ed edile. Le indagini hanno consentito di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno di operatori economici. I provvedimenti di fermo sono stati emessi dal Procuratore della Repubblica della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni.
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