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Piscina Campagnano, slittano le udienze di continuo. Gli ex lavoratori aspettano ancora gli stipendi

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Piscina Campagnano, slittano le udienze di continuo. Gli ex lavoratori aspettano ancora gli stipendi

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campagnano piscina esposito

Gli ex dipendenti della Piscina di Campagnano, sono ritornati in aula per l’assegnazione dei crediti da riscuotere: l’udienza slitta nuovamente, i conteggi non sono chiari

COSENZA – Hanno chiesto aiuto al sindaco Occhiuto, all’Ispettorato del Lavoro, a tutte le istituzioni cittadine; si sono rivolti a Striscia la notizia e persino hanno interpellato il procuratore Gratteri e la Guardia di Finanza di Catanzaro; ma nessuno sembra ascoltare la loro voce. Si tratta degli ex lavoratori della piscina di Campagnano della città di Cosenza. La storia è un po’ lunga, ma le parole chiave (ripetute e denunciate dagli ex dipendenti) sono: vessazioni, abuso, mobbing e sfruttamento.

carmine mannaIl proprietario della piscina è Carmine Manna, anche ex assessore al comune di Cosenza, che attualmente è protagonista di due processi che lo coinvolgono direttamente: uno è il gravissimo e tragico episodio della morte del bambino di soli 4 anni, Giancarlo Esposito, avvenuta nelle sue acque nel luglio 2014 (per cui Manna insieme a 5 istruttori è indagato per omicidio colposo). L’altro processo, meno grave ma altrettanto vergognoso, riguarda i suoi ex dipendenti licenziati chi per esubero di personale, chi senza motivazione; in attesa dei loro stipendi da anni, con relativo TFR e versamento dei contributi non versati dall’azienda stessa.

Le hanno provate tutte, ma ancora non hanno avuto giustizia e portano avanti la loro battaglia legale e morale.

La nostra segnalazione riguarda ipotesi di reato. Si parla di falso in bilancio, appropriazione indebita, distrazione di fondi, mancato versamento assicurativo e contributivo, collusione, corruzione e nel caso della morte di Giancarlo, anche di occultamento di prove e reticenza reiterata nelle indagini“. Questo ciò che affermano gli ex dipendenti, con materiale documentato e segnalato agli organi competenti.

Ma pare che nulla scalfisce il proprietario della piscina e i suoi sodali. La giustizia farà il suo corso e, ci auguriamo, verrà svelata la verità. Nel frattempo, comunque, la verità dei fatti è che gli ex lavoratori (alcuni erano impiegati lì dal 1992) sono disperati in attesa di ciò che spetta loro di diritto.

Facciamo un passo indietro e ricapitoliamo brevemente LA STORIA

cogeisLa piscina di Campagnano era gestita dalla Cogeis, un Consorzio formato da: Cosenza Nuoto (A.S.D. Associazione Sportiva Dilettantistica); Polisportiva Gnisci; entrambe affiliate alla F.I.N. Federazione Italiana Nuoto. La Polisportiva Gnisci era retta dal signor Roberto Gnisci, amministratore di Isotermica Gnisci, azienda che gestiva pulizia e sanificazione impianti e manutenzione ed interventi tecnici.

Il signor Gnisci era nello stesso tempo socio di Cogeis al 50%, l’altro 50% era nelle mani di Carmine Manna (ora unico proprietario, in quanto Gnisci si è dimesso lo scorso agosto). Cogeis non paga Gnisci ed i lavoratori di Gnisci portati all’esasperazione e alla disperazione, dopo ricatti, provocazioni sul posto di lavoro, mobbing (così come da loro dichiarato), vengono mandati a casa con una causa legale attualmente in corso e ingiunzione di pagamento verso i proprietari.

Gnisci dichiara fallimento in quanto non ha riscosso i crediti, la procedura si blocca. Tutto va nelle mani del curatore fallimentare, i soldi sono bloccati in attesa dell’udienza per la verifica dello stato passivo che si svolgerà il prossimo 16 dicembre.

(Spieghiamo meglio: il curatore, nominato dal tribunale con la stessa sentenza che ha dichiarato il fallimento dell’impresa, ha il compito di amministrare il patrimonio fallimentare e di eseguire al finale i provvedimenti emessi dal Giudice delegato).

Procedura che si sarebbe potuta risolvere molto tempo prima in quanto Gnisci, stando ai conteggi effettuati, era creditore di 40mila euro circa; notizia smentita poi in sede prefallimentare, dove emerse che i crediti vantati da Isotermica Gnisci ammontassero ad oltre 204mila euro, secondo la documentazione fornita da Gnisci.

Nei giorni scorsi, si è tornati in aula per la causa fallimentare, che è stata vinta dalla parte civile. Il Tribunale di Catanzaro ha confermato il fallimento, mentre è stata nuovamente rinviata l’udienza per l’assegnazione dei crediti da riscuotere e quindi eventuale pignoramento presso terzi. Per l’ennesima volta slitta l’udienza a causa di una serie di difficoltà procedurali (in poche parole ancora non sono chiari i conteggi) e quindi si ritornerà nel Tribunale di Cosenza tra circa una ventina di giorni.

Gli ex dipendenti di Gnisci sembrano non vedere mai la luce in fondo al tunnel; ma non va certo meglio per quelli che erano stati assunti direttamente dalla Cogeis di Manna, anche loro mandati a casa con un bel nulla tra le mani e anche loro in attesa degli stipendi arretrati e relativi contributi. (Anche loro con causa in corso). Eppure la piscina continua i suoi incassi, che sono certamente considerevoli.

Quanto tempo – ancora – dovrà passare, prima che gli ex lavoratori ricevano ciò che spetta loro di diritto? Purtroppo il tempo, oggi, non è loro favorevole e la realtà che si presenta appare questa: le tasche della piscina continuano a riempirsi e quelle degli ex dipendenti (quasi tutti con famiglie a carico) sono sempre più vuote.

 

 

 

 

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