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Delitto a San Cosmo Albanese, ricomincia il processo

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Delitto a San Cosmo Albanese, ricomincia il processo

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Mercoledì si deciderà a Castrovillari sulla richiesta di rito abbreviato per l’omicidio di Carmine Avato, freddato a colpi di pistola lo scorso 15 novembre.

SAN COSMO ALBANESE (CS) – Aggressione finita male, come ha sostenuto tra l’altro la difesa di Cristian Dulan, oppure un omicidio in piena regola, per di più su commissione?

Carmine Avato e Salvatore Buffone

Da sinistra, Carmine Avato e Cristian Dulan

 

Perché sia fatta chiarezza, almeno parziale, sul delitto Avato, che turbò la serenità di San Cosmo Albanese, una comunità di nemmeno 650 abitanti nel cuore dell’Arberia, nella notte tra il 14 e il 15 novembre 2015, occorrerà attendere ancora. Infatti, quella che si svolgerà mercoledì prossimo presso il Tribunale di Castrovillari, sarà essenzialmente un’udienza “interlocutoria”, in cui si deciderà se concedere il rito abbreviato a Dulan, reo confesso dell’omicidio, e a Salvatore Buffone, il suo presunto mandante.

San Cosmo Albanese

San Cosmo Albanese

Quasi certo il rinvio delle operazioni processuali vere e proprie. Tra le novità si registra un cambiamento della pubblica accusa, che non sarà più sostenuta, per quel che riguarda la Procura del Pollino dalla sostituta procuratrice Maria Grazia Anastasia, in trasferimento presso altra sede. Val la pena di riassumere la curiosa dinamica, finora ricostruita dagli inquirenti, di questo delitto, che ricorda un po’ i vecchi racconti di Giorgio Scerbanenco. Cristian Dulan, un 30enne di cittadinanza romena, fu scoperto alla fine del 2016, un mese e mezzo dopo il delitto. A suo carico, i carabinieri di Corigliano Calabro trovarono una pistola che, secondo gli esperti, sarebbe “non incompatibile” con l’arma che quella terribile notte di metà novembre esplose vari colpi contro Carmine Avato, un operaio 51enne della zona.

 

Non è solo l’arma la prova esibita dalla pubblica accusa: Dulan, interrogato dagli inquirenti, ha tirato in ballo il suo coetaneo Salvatore Buffone, cognato della vittima, che esercitato su di lui varie pressioni per convincerlo a compiere l’azione criminosa, sulla quale, ovviamente, la difesa dell’italiano (fratello della moglie di Avato, che tra l’altro era prossimo alla separazione consensuale), costituita dall’avvocata Chiara Penna, tenta di negare ogni addebito. Diversa la posizione di Dulan: “Non volevo ucciderlo, ma solo ferirlo, ha dichiarato alla sostituta procuratrice Anastasia”. Dopo l’udienza del 7 i legali e la Procura incroceranno le armi. Sarà rito abbreviato condizionato, come ha chiesto la difesa oppure ci sarà qualche altro colpo di scena? Non resta che attendere.

m. m.

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