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Coda di Volpe, inquina il Crati e non versa gli stipendi: pagherà il Comune

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Coda di Volpe, inquina il Crati e non versa gli stipendi: pagherà il Comune

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COSENZA – Nonostante l’impianto sia stato sequestrato continua a riversare fluidi di dubbia provenienza nel Crati e a non pagare gli operai.

Il Consiglio comunale affronta la questione dei lavoratori dell’impianto dib depurazione di Coda di Volpe. Approvata all’unanimità risoluzione per il pagamento diretto di parte delle spettanze arretrate. Il Consiglio comunale, riunitosi questo pomeriggio sotto la Presidenza di Luca Morrone, ha discusso la questione dei lavoratori dell’impianto di depurazione di Coda di Volpe, votando all’unanimità una risoluzione per impegnare il Sindaco Occhiuto e la Giunta comunale a provvedere al pagamento di parte delle spettanze dei lavoratori, segnatamente di quelle vantate dagli stessi lavoratori nei confronti della società “Salvaguardia Ambientale”. Il pagamento diretto delle spettanze sarà possibile attraverso l’attivazione della procedura prevista dall’art.5 del D.P.R. 207 del 2010 alla quale hanno già fatto ricorso i Comuni di Rende e di Castrolibero relativamente ad una parte di crediti vantati nei confronti della stessa società “Salvaguardia Ambientale” e che ha permesso ai dipendenti di recuperare una parte delle spettanze arretrate. Il credito vantato dai lavoratori dell’impianto di depurazione nei confronti di “Salvaguardia Ambientale” è di circa 155.000 euro. Nell’aula consiliare una folta delegazione di lavoratori ha aperto il dibattito quando Frammartino ha ricostruito la vicenda della gestione di Coda di Volpe, passata attraverso il fallimento della “Valle Crati SPA”. “La crisi in atto – ha detto Frammartino – costringe ad intraprendere un percorso di risanamento che non può passare attraverso dei licenziamenti, così come l’auspicata modifica dello Statuto, che non si riesce a varare, non si può ripercuotere sulla pelle dei lavoratori. C’è la necessità di comprendere – ha proseguito il consigliere Frammartino – la posizione dell’Amministrazione comunale sul progetto del rinnovo dell’impianto di depurazione, progetto sul quale ancora manca la sottoscrizione del Comune di Cosenza, così come occorre raccordarsi su una posizione di assoluta chiarezza per assicurare alle famiglie certezze per il futuro. Intanto, l’erogazione di 155 mila euro potrebbe rappresentare una prima  boccata d’ossigeno”. Il consigliere del PD Ambrogio ha poi ricordato che “c’è un problema importante che è quello dei mancati pagamenti di 34 persone che accreditano 18 mensilità. Di contro si presenta l’opportunità offerta dai CIPE per rilanciare l’impianto di Coda di Volpe con la possibilità di ricevere un  finaziamento pari a 35 milioni di euro e il Comune si tira indietro. Ha dato l’ok all’opera, ma non è mai pervenuta l’adesione. Le malelingue dicono – ha affermato Ambrogio – che il Comune di Cosenza non sia interessato a partecipare a questo finanziamento perché è sfumata la Presidenza del Consorzio Valle Crati. Non si può perdere un finanziamento così ingente e la giunta dovrebbe determinarsi di conseguenza”. Un invito al dialogo, mettendo da parte le appartenenze politiche, è venuto poi dal consigliere Giovanni Cipparrone: “E’ fallita la Valle Crati Spa – ha detto Cipparrone – ma il Consorzio Valle Crati è sempre al suo posto, e niente di nuovo si scorge nonostante si rinnovino i Consigli di Amministrazione ed i Presidenti. Il colosso “Valle Crati spa” è fallito perché i clienti non hanno pagato e allora tutti sono finiti in mezzo alla strada. Chiedo, senza polemica alcuna, che il nuovo Presidente arrivi a capire perché i comuni non pagano. Questo deve essere il ruolo del Presidente. Finora ci hanno rimesso solo i lavoratori”.

 

“Sulla Valle Crati e sulla gestione della depurazione ci sono enormi responsabilità, – ha detto il consigliere Perri – e la gestione si è rivelata troppo distaccata dalla realtà. E’ incomprensibile come una società in cui il comune di Cosenza  rappresenta il 60% debba sottostare alla parte che rappresenta solo il 40%. Bisogna, dunque, correggere e rimodulare lo statuto. La città, che è stata parte attiva nella costituzione di questa struttura, deve avere il peso e il ruolo che ad essa compete. E’ inconcepibile la persistenza dell’idea che i debiti della Pubblica Amministrazione possono aspettare, soprattutto quando investono famiglie che vivono un grande disagio. Il Comune ha il dovere morale e politico di far sì che, attraverso i giusti meccanismi tecnico-contabili,  i lavoratori possano percepire almeno una parte degli stipendi arretrati”. Paolini ha poi invitato l’Amministrazione comunale di Cosenza a seguire, per il pagamento diretto delle spettanze arretrate ai dipendenti del depuratore di Coda di Volpe, la stessa strada seguita da altri Comuni, l’attivazione, cioè,  della  procedura prevista dall’art.5 del D.P.R. 207 del 2010. Paolini ha inoltre addossato al Comune di Cosenza “la responsabilità  circa la carenza di documentazione amministrativa per l’attivazione della procedura di accesso al finanziamento Cipe di 35 milioni di euro. Un’infrazione che atterrebbe esclusivamente alla mancata delega del Comune di Cosenza, per come risulta dal verbale del CDA del Consorzio Valle Crati, riunitosi in mattinata”. Il consigliere Michelangelo Spataro ha, invece, sollecitato l’adozione di un nuovo strumento che possa garantire un diverso funzionamento del Consorzio Valle Crati. “Credo che l’attuale sistema – ha sostenuto Spataro – sia malato alla fonte. Così com’è, il Consorzio non funziona affatto. Il Consorzio, con il suo sistema, merita di essere trasformato in Agenzia”. L’assessore Vigna ha precisato che le fatture relative all’attività della Giseco sono già supportate dalle determine di liquidazione, che hanno riconosciuto come avvenuta la prestazione. “Altra questione è quella della società “Salvaguardia Ambientale” – ha detto inoltre Vigna – per la quale è in corso una serrata attività degli uffici per l’attestazione dell’avvenuta prestazione. I tempi per il pagamento saranno brevi, al termine della chiusura di tutto l’iter procedurale. C’è poi tutta l’attività riguardante la depurazione delle acque. Sin dall’inizio della nostra Amministrazione abbiamo avviato un confronto ed il dato che è emerso, rispetto alla gestione del servizio, è che il Comune di Cosenza liquida il 60% di tutta l’attività del Consorzio Valle Crati, mentre Rende paga il 24% e Montalto l’1,79 %. Il problema nasce da accordi di natura sindacale in un momento di crisi. In soldoni, però, paghiamo un milione e ottocento mila euro di depurazione all’anno. Risolveremo i problemi dei lavoratori, ma dobbiamo pensare ad affrontare una questione altrettanto delicata, assicurando trasparenza nella gestione, senza sottovalutare che il  depuratore è sequestrato per il riscontro di un canale parallelo che non depurava. Superata l’emergenza, bisogna discutere del futuro e anche dei finanziamenti. Il costo di investimento pro quota non è corretto. Bisogna prima ridefinire gli investimenti pro quota dei singoli comuni, attraverso una visione chiara degli abitanti e degli utilizzatori”. Dopo la lettura della risoluzione, nella versione definitiva, da parte del Presidente del Consiglio comunale Morrone, si è passati alla votazione e il documento è stato approvato all’unanimità.Insomma, alla fine, nonostante tutto a pagare sarà il Comune. O meglio, i contribuenti.

 

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