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Terremoto nel cosentino, a tremare non è solo il Pollino

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Terremoto nel cosentino, a tremare non è solo il Pollino

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BIANCHI – Sisma tra la provincia di Cosenza e il catanzarese.

L’epicentro dell’evento tellurico è stato localizzato nel distretto sismico de La Sila nell’area limitrofa ai Comuni di Bianchi e Colosimi. Alle ore 04:50 di stamane l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 2 a circa 10 chilometri di profondità nell’area montuosa a Sud della provincia. Non è quindi solo il Pollino a tremare. Lo dimostrano le numerose scosse in mare, lo dimostra quest’ultimo episodio durante il quale non sono stati registrati danni a cose o persone. Ad essere coinvolti oltre ai Comuni di Bianchi e Colosimi, Panettieri, Parenti, San Giovanni in Fiore e nel catanzarese Albi, Carlopoli, Cicala, Fossato Serralta, Soveria Mannelli e Taverna. Pare che proprio in Sila infatti siano attive delle faglie nell’altopiano dei laghi artificiali, una zona che già nel 1638 subì una vera e propria catastrofe seguita ad un imponente sisma abbattutosi nei pressi del lago Arvo. Faglie che vista l’imponente attività tellurica rendono urgente e necessaria la prevenzione a valle delle dighe. Il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoili Federico II ricorda come nel 1638 tre mesi prima della tragedia diverse scosse si erano verificate alcune decine di chilometri ad ovest lungo la valle del Fiume Crati. I ricercatori pare abbiano effettuato indagini lungo le faglie che delimitano ad est l’altopiano silano ed hanno evidenziato la loro attività negli ultimi millenni. E’ stata così scoperta la natura dei terremoti silani: “si tratta – afferma Ortolani – di deformazioni connesse a quelle crostali che hanno continuamente sollevato la parte orientale della Sila creando sbarramenti naturali lungo i torrenti che solcano l’altopiano favorendone la conservazione morfologica. Un altopiano sullo spartiacque è una evidente anomalia: la sua conservazione è dovuta alla tettonica attiva. Nelle ultime decine di anni gli uomini hanno sfruttato la favorevole conformazione morfologica delle strette valli, all’estremità orientale dell’altopiano silano, per realizzare delle dighe artificiali che hanno consentito di ricavare 5 bacini artificiali che costituiscono una strategica risorsa per i territori a valle. I laghi, quindi, si trovano nella zona dove vi sono faglie attive. A valle degli invasi perciò ci potrebbe essere qualche problema come a valle di tutti i bacini artificiali. E’ obbligatoria la previsione degli effetti. Sarebbe quindi opportuno che le autorità preposte si attivino al più presto per mettere in moto la “macchina” della prevenzione, affinchè di fronte a un ipotetico imponente terremoto saremo comunque pronti ad affrontarlo senza particolari problemi. Ma solo se la popolazione sarà preparata ed educata a sapere cosa fare in caso di calamità”.

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