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Continua la protesta dei lavoratori: ‘O l’assegno o blocchiamo tutto’

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Continua la protesta dei lavoratori: ‘O l’assegno o blocchiamo tutto’

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COSENZA – Non si arresta la mobilitazione dei lavoratori cosentini.

Da oltre cinque mesi in attesa dell’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga, da ieri padri di famiglia e madri senza reddito, hanno scelto di imboccare la strada della rivolta. Stremati dai numerosi ritardi nella corresponsione dei sussidi di mobilità sono da ieri mattina in presidio permanente nei pressi dell’uscita dell’autostrada di Cosenza. In venti hanno trascorso la notte all’addiaccio per non abbandonare la protesta. “I sindacati ci hanno abbandonato – afferma un lavoratore in protesta – dicono che non serve protestare, certo il loro frigorifero in casa non è vuoto come da noi. A loro lo stipendio a fine mese arriva, e non sono solo 300/400 euro. Invece noi non sappiamo più come andare avanti. Quelle poche centinaia di euro ci spettano di diritto, visto che le tasse le abbiamo sempre pagate. Sono la nostra unica fonte di sopravvivenza”. I sindacati latitano, è vero, ma pare ci sia una ragione ben precisa. “Ci sono 7mila persone nel cosentino che sono in mobilità da 15 anni – spiega un delegato CISL – non possiamo andare avanti così. Si tratta di cinquantenni che hanno davanti ancora, in media, altri quindici anni di lavoro prima della pensione. La soluzione deve essere diversa, non possiamo stare a cercare ogni mese milioni di euro per dargli 300 euro al mese. Non si risolve nulla così. Noi siamo vicini ai lavoratori, ma stiamo percorrendo un’altra strada. Abbiamo chiesto di aprire un tavolo sull’emergenza lavoro in Regione. Aspettiamo che Scopelliti ci dia una data per confrontarci”. Intanto nessun delegato ha osato avvicinarsi ai lavoratori che infuriati continuano ad occupare la rotonda all’ingresso dell’autostrada. Una piccola delegazione composta da sei manifestanti è attualmente di fronte il palazzo della Provincia a Cosenza Vecchia in attesa di essere ricevuta dal presidente Oliverio. “In queste condizioni siamo pronti a tutto, – tuona uno dei lavoratori – non abbiamo nulla da perdere”.

 

“Conosciamo bene – ha detto il presidente della Provincia di Cosenza – la grave situazione in cui siete costretti a vivere con le vostre rispettive famiglie e comprendiamo fino in fondo le ragioni piu’ che giustificate della vostra protesta. Nei mesi scorsi le organizzazioni sindacali hanno assunto una serie di iniziative per sottoporre all’attenzione del Governo nazionale la condizione di grave disagio dei lavoratori in mobilita’ e del precariato. Un primo provvedimento da parte del Governo, seppur ancora insufficiente, e’ stato assunto ed e’ frutto della mobilitazione delle settimane scorse”. “Solo chi vive con la testa tra le nuvole o in una condizione di totale distacco dalla realta’ – ha aggiunto Oliverio – fa fatica a comprendere una situazione che, per la sua gravita’, richiederebbe un’attenzione prioritaria nelle scelte del Governo e del Parlamento ed agita altri argomenti, sacrificando una condizione di necessita’ oggettiva nella quale vivono migliaia di famiglie spinte oltre la soglia della poverta’. Tra qualche giorno iniziera’ il nuovo anno scolastico e migliaia di bambini e di ragazzi appartenenti a queste famiglie costituiranno un ulteriore “problema” per i genitori. Di questo il nostro Paese dovrebbe vergognarsi!”. “Sostenere la sacrosanta lotta di chi reclama il rispetto del diritto all’applicazione delle leggi e della propria dignita’ – ha concluso Oliverio – e’ un dovere di tutti e di ognuno. Il nostro sostegno a tutti i lavoratori che vivono questa condizione di grave precarieta’ sara’, dunque, pieno ed incondizionato e faremo sentire alta la nostra protesta a chi di dovere, in tutte le forme e le iniziative democratiche consentite dalla legge”.

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