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Gigolo’ sfoga la sua rabbia: “Lo Stato deve tutelarmi”

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Gigolo’ sfoga la sua rabbia: “Lo Stato deve tutelarmi”

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Dopo una indagine sui suoi versamenti in banca, hanno rilevato un tenore di vita troppo alto per un disoccupato.

La Nazione racconta questa vicenda che ha dell’assurdo. La legge Merlin del 1958 parla chiaro: esercitare il meretricio non è reato, ma sfruttarlo sì. Roberto Roy ha 39 anni e di professione è gigolò. E’ balzato agli onori delle cronache perché ha tutta l’intenzione di fare causa allo Stato italiano. Il motivo? Gli è stata notificata una cartella dell’Agenzia delle Entrate di 200mila euro, che si ridurrebbero a 70mila se paga subito. In passato Roy ha più volte cercato di regolarizzare la sua posizione, ma la cosa gli e’ risultata impossibile. Perché l’unica possibilità per lui sarebbe stata quella di figurare come massaggiatore o con prestazioni occasionali: ma lui non ha la qualifica e quindi risulta a tutti gli effetti senza un lavoro e non denuncia nulla. Dalle pagine del quotidiano fiorentino Roberto Roy sfoga così’ la sua rabbia: “Questo è uno Stato ipocrita”, tuona Roy “Chiede le tasse a un escort, ma non mette in regola chi pratica questo mestiere. Allora che differenza c’è con un magnaccio?”. Da qui la provocazione: “Se lo Stato prende un provento dal mio lavoro, allora è sfruttamento della prostituzione”. “Non ho paura di mostrare la mia faccia, non ho paura di dire che sono un accompagnatore”, puntualizza il bel Roberto che offre alle signore il suo corpo e il suo tempo, ma “pretendo che se lo Stato vuole parte del mio stipendio, in cambio deve darmi tutele, come fa con gli altri cittadini”. Lo Stato dovra’ rispondere delle accuse avanzate dal gigolo’, dovra’ quindi metterlo apposto.

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