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Sangineto, la rabbia degli animalisti: “Terre arretrate, polizia e sindaco difendono compaesani”
Cane impiccato a Sangineto, gli animalisti raccontano i retroscena della manifestazione sul Tirreno cosentino.
SANGINETO (CS) – Non si placano le polemiche all’indomani della manifestazione indetta a Sangineto per ricordare la morte del cane Angelo. Gli attivisti del Partito Animalista Europeo hanno sintetizzato in undici punti quanto accaduto nel corso del corteo tenutosi lo scorso sabato nel piccolo Comune del Tirreno cosentino. “La comunicazione della manifestazione – scrive in una nota il Partito Animalista Europeo – è stata formalmente presentata nei tempi previsti dalla legge alla Questura di Cosenza, cinque settimane prima del 26 novembre indicando il luogo di Sangineto paese. La Questura invitava i promotori a recarsi presso i loro uffici venerdì 25 novembre per notificare la prescrizione dei luoghi individuando quello di Sangineto Lido ed escludendo il centro storico in quanto non idoneo ad ospitare più di mille persone, numero presunto, ma errato dei manifestanti a seguito di indagini Digos.
La prescrizione di divieto era vincolata al numero dei manifestanti nel caso in cui oltrepassassero le mille unità. Visto che dalle nostre stime, – precisa Partito Animalista Europeo – confermate poi dai fatti, il numero dei partecipanti sarebbe stato notevolmente al di sotto del limite la questione per noi era superata. Il dirigente Digos comunicava ai promotori che a seguito di contatti con il Sindaco di Sangineto, quest’ultimo unitamente alla maggioranza della comunità avrebbe partecipato alla manifestazione animalista confermando altresì l’esposizione di striscioni e manifesti con la scritta “Sangineto condanna l’uccisione di Angelo e prende le distanze dai quattro assassini”. Di fatto il Sindaco accompagnato da uno sparuto gruppo di circa 35 cittadini, tale da non poter essere considerato rappresentativo di una comunità di 1400 persone, non esponeva alcun striscione come promesso.
Non solo, il percorso del corteo prevedeva una via fantasma visto che i negozianti avevano concordato nei giorni precedenti di chiudere le saracinesche di tutti gli esercizi commerciali, disertata anche la scuola. I promotori tentavano più volte di convincere Sindaco e dirigente Digos di far percorrere il corteo fino al centro storico preso atto che il 90% dei manifestanti era rappresentato da un pubblico femminile di cui la metà ultracinquantenne e di pensionate, senza armi ed a volto scoperto, e preso atto che il numero totale dei manifestanti non oltrepassava il limite di prescrizione, anzi era notevolmente al di sotto. La nostra proposta è stata respinta dal Sindaco poiché “la prescrizione del Questore è insindacabile e per nessun motivo potrà essere modificata, non dipende da me, mi spiace tanto”. Preso atto di questa farsa premeditata dall’Amministrazione locale i promotori scioglievano la manifestazione dirigendosi verso il centro storico, la stessa decisione è stata assunta con coscienza e volontà dalla totalità dei manifestanti ad eccezione di una dozzina di persone che preferivano sostenere il Sindaco.
La “prescrizione insindacabile del Questore” è stata improvvisamente sindacata, pertanto la Polizia autorizzava il via libera ad una delegazione di solo 150 persone. Proposta respinta dai promotori e dagli stessi manifestanti poiché ritenuta discriminante nei confronti di tutti quei cittadini esclusi arbitrariamente ed ingiustamente. I numerosi blindati e agenti in tenuta antisommossa della Polizia avevano di fatto accerchiato i manifestanti ai quali non e’ rimasto altro che “congestionare” la strada statale 18 come forma di protesta pacifica. Alcuni funzionari di Polizia, in palese violazione di tutte le procedure previste dalla legge, minacciavano i manifestanti che percorrevano la statale 18 con sanzioni di 5 mila euro di multa ciascuno, acquisendo documenti tramite smartphone personali e definendoli “criminali organizzati”. Sul colle dove insiste un traliccio dell’alta tensione a poca distanza dai manifestanti ci riferivano che i quattro assassini di Angelo si stavano godendo lo spettacolo protetti da un tale dispiegamento di Forze di Polizia visto solo negli scontri con i Black Bloc. La precedente manifestazione del 21 luglio organizzata da alcune associazioni animaliste calabresi si è svolta nel centro storico del paese di Sangineto, senza prescrizioni di sorta. Perché ? Nessuna risposta è mai pervenuta dal Sindaco e dal Questore”.
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