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Volontario che salva i cani dalla strada, finisce in ospedale: indignazione sui social

arresto giandomenico oliverio

CACCURI (KR) – Indignazione sui social per l’intervento da parte dei carabinieri nei confronti di Giandomenico Oliverio, 32 anni, avvenuto in località San Lorenzo di Caccuri (Kr) dove il giovane vive insieme ai suoi amati cani. I militari hanno anche eseguito un sequestro preventivo d’urgenza di 14 cani con microchip e dell’area in cui gli animali erano ospitati. I cani sono stati poi trasferiti in un canile di Torre Melissa. Giandomenico, che da anni salva dalla strada i randagi, è accusato di maltrattamento di animali, gestione di canile non autorizzato e resistenza a pubblico ufficiale ma si dichiara innocente sottolineando di essere invece vittima di persecuzioni proprio per il suo impegno nel salvataggio dei randagi.

Già lo scorso 9 aprile i funzionari dell’Asp calabrese, insieme alle Forze dell’Ordine, sono arrivati ai cancelli della struttura dove Giandomenico vive e custodisce i suoi cani. Non si tratta del primo controllo perchè – spiega lui stesso sui social – “Mi pedinano da un anno, ogni giorno dopo il controllo dell’anno scorso sono sempre venuti per minacciare. Ho avuto due ritiri di patente per nulla e tante volte mi hanno chiamato dal lavoro solo per un semplice controllo sul numero dei cani, facendomi perdere intere giornate lavorative”.

Chi ha eseguito i controlli e secondo quanto riportato nel verbale, il giovane è ritenuto gestore di un canile abusivo, e responsabile di far vivere i cani in condizioni di maltrattamento, nel verbale. Accuse che lui respinge con forza specificando che nessuno a parte lui sarebbe entrato nella struttura per controllare effettivamente lo stato dei luoghi e degli animali. “Hanno deciso che i cani stanno male e che sono in un canile abusivo senza entrare! senza vederli! Al primo controllo risultavano tutti in buono stato di salute e non presentavano maltrattamenti”.

Secondo quanto da lui raccontato, al primo controllo, il 9 aprile scorso, i cani risultavano tutti in buono stato di salute e non presentavano segni di maltrattamenti. “Mi stanno opprimendo psicologicamente da qualche anno a questa parte”. E poi racconta quanto accaduto il 9 aprile.

Poi l’aggiornamento su Facebook, nel quale Giandomenico pubblica anche un video di quei momenti concitati e dichiara di essere stato arrestato, e di trovarsi in ospedale: “Sono in arresto. Ricoverato in ospedale. Per causa delle manette e dei calci e pugni e strattoni ricevuti, avevo un polso o meglio ancora ho un polso gonfio, con i segni ancora delle manette (messe super strette). Cadendo e sbattendo sono pieno di lividi ma sono ancora vivo. Sono in arresto domiciliato in ospedale (da quello che mi hanno detto loro). E resterò qua ancora per le feste, e anche per il mio compleanno”.

Numerosi gli attestati di solidarietà e vicinanza di associazioni, animalisti e volontari, da tutta la Calabria e anche da Cosenza. L’attivista Enrico Rizzi: “Esprimo la mia vicinanza a Giandomenico Oliverio, volontario calabrese arrestato (e ferito anche) perché “colpevole” di essersi opposto alla cattura dei randagi salvati dalla strada (da morte certa) e che ospitava a casa sua senza alcun aiuto degli enti. Le denunce delle forze dell’ordine e del Comune di Caccuri, hanno fatto scattare il blitz. Diverse macchine tra asl e forze di polizia si sono presentate a casa del volontario per portare via almeno 14 cani e rinchiuderli, a spese nostre, in un canile che ne ospita già oltre 1.500“.

“Certo, sicuramente il rifugio messo in piedi da Giandomenico non era in regola, ma cosa si può pretendere da un cittadino che a sue spese fa quello che dovrebbero fare le autorità? Mi chiedo con quale coraggio si possa denunciare un volontario che accoglie a sue spese i cani randagi a casa sua, in una regione nota in tutta Italia per la presenza di canili lager sovraffollati e quindi totalmente fuorilegge. Le autorità vanno o andranno anche da loro Vergogna! Si punisce un volontario anziché ringraziarlo e si permette di continuare a fare palate di soldi sulla pelle degli animali con la gestione dei canili lager. Questo è lo Stato italiano. Forte con i deboli e debole con i forti. Se le associazioni calabresi organizzeranno una protesta per esprimere solidarietà a Giandomenico, io ci sarò”.

AIDAA: “restituire i cani a Giandomenico”

L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA esprime tutta la sua vicinanza e solidarietà a Giandomenico Oliverio per quanto accaduto nei giorni scorsi ed invita le autorità a rivedere la loro decisione e restituire i cani a Giandomenico.

“La nostra posizione non vuole essere un incitamento dell’azione illegale, ma una denuncia vera e ferma contro l’inerzia delle autorità calabresi nel contrasto al randagimo, fenomeno che in quella regione sta diventando sempre più una piaga sociale e dove i canili ufficiali sono spesso dei lager dove gli animali i cani vivono rinchiusi senza mai vedere la luce e dove in alcuni casi nel passato si è parlato di commistione e business della malavita nella gestione di alcune struttire – scrivono gli animalisti dell’AIDAA – pur condannando il proliferare di canili abusivi riteniamo che nel caso di Giandomenico Oliverio si debba parlare non di canile abusivo ma di struttura sociale e quindi riteniamo il provvedimento di sequesto abnorme”.

“Esiste una possibilità di soluzione – come gia sperimentato in altri casi – concendendo deroghe speciali alla legge regionale attraverso apposite convenzioni che permettano a volontari come Giandomico di continuare la sua meritevole opera verso i randagi senza vivere una situazione di costante stress emotivo e di paura che a quanto pareha origine non tanto nella sua attività ma nelle pretestuose intenzioni di chi vorrebbe forse usare quel terreno per altro e non per un rifugio per cani”.

 

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