COSENZA – La firma,dal latino “firmus” (definito,inamovibile) da sempre rappresenta la nostra impronta, il nostro biglietto da visita,nella sua unicità, la più elevata espressione della nostra personalità. In grafologia la firma è l’interazione tra l’Io-sociale (l’immagine con la quale vogliamo apparire agli altri) e l’Io-profondo (ovvero il reale sentimento di noi stessi). A spiegarlo alla nostra redazione il grafologo cosentino Claudio Cinerari.
E’ importantissimo premettere, quando ci apprestiamo a stilare un ritratto grafologico di personalità ,che una firma potrebbe avere caratteristiche completamente diverse in termini di leggibilità,direzione,posizione del foglio,rapporto nome-cognome,rapporto testo-firma (quindi il rapporto tra “io dico” e “io sono”),omogeneità-disomogeneità rispetto al testo.
Avendo però a disposizione solo una firma, ancor meglio se correlata ad una minima parte di scrittura redatta dalla stessa mano scrivente,possiamo comunque evincere alcuni particolari grafologici molto importanti tra cui l’introiezione della figura materna e paterna,la strutturazione dell’Io-sociale, l’aspetto esteriore della nostra scrittura (il come vogliamo apparire agli altri),l’attaccamento alla figura paterna che caratterizza il nostro casato.
Premesso ciò, all’indomani dell’elezione di Papa Leone XIV, faremo riferimento a due documenti molto importanti:il primo,di straordinaria bellezza,è il Rogito,ovvero l’atto che canonicamente formalizza,a tutti gli effetti, l’avvenuta elezione del Card. Robert Francis Prevost a Papa Leone XIV (nome pontificale). Il suddetto atto,custodito negli archivi ufficiali della Santa Sede,come possiamo vedere è vergato,come da tradizione vaticana,in latino con bordatura dorata, simboli cristiani e seguendo uno stile che si riconduce ai codici medievali.
Il documento è firmato da mons.Diego Giovanni Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie e notaio dell’atto,e redatto alla presenza dei testimoni qualificati:Ilson de Jesus Montanari (firma che troviamo in basso sinistra) Segretario del Collegio Cardinalizio,e dai cerimonieri pontifici Mons.Marco Agostini e Maximilian Marthae Boiardi (firme che troviamo in basso a destra).Il secondo trattasi invece del recente ritratto con la firma pontificale di Papa Leone XIV diffuso dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.
Vediamo ora alcune piccole caratteristiche della firma di Papa Leone XIV.Assieme alla firma,ci sarà d’aiuto come comparazione,seppur minima di testo,anche la data “8 maggio 2025” scritta sotto di essa:
Si tratta di una scrittura (sia nella firma che nel testo) di calibro piccolo, indice,così come anche nella scrittura di Papa Francesco,di modestia, capacità di osservazione,memorizzazione e sintesi, grafologicamente “divaricata” (indice di precisione concettuale e capacità di discernere e risolvere i problemi) e, particolare molto importante,“contorta”. Una scrittura contorta si caratterizza per gli assi verticali non paralleli,ma che tendono ad incontrarsi tra loro (possiamo notarlo nell’8 inclinato verso destra e nella “m” di maggio inclinata verso sinistra,così come anche nell’inclinazione finale della “o” di maggio verso destra con quella verso sinistra del “2” di 2025), indice di versatilità, curiosità ,mediazione,ma anche precisione e forte ricercatezza, è un tipo di scrittura, quest’ultima che caratterizza le persone che amano esaminare a fondo ogni situazione.
Altro importante particolare riguarda quelli che in grafologia sono denominati “filetti”, ovvero le linee ascendenti (che ad.es.troviamo nelle lettere l,g,f) che rappresentano i sentimenti e le modalità dell’espressione affettiva, a seconda della loro pressione o leggerezza del tratto:possiamo notare come la “L” iniziale sia di spessore sottile, indice di delicatezza di sentimenti e affetti.
Per quanto riguarda le cd. ”lettere affettive” rappresentate in grafologia dalla M e dalla N, notiamo come la M sia ad “arco” piuttosto che a “coppa” (ovvero,in quest’ultimo caso scritta come una U),ciò denota pacatezza e autocontrollo,particolare evidente anche tra i cd.”gesti accessori” o fuggitivi (tutti quei segni estremamente soggettivi ed inconsci) tra i quali rientrano anche i puntini delle “i” e la loro posizione sulla vocale,a tal proposito notiamo come sia perfettamente centrato e marcato sulla vocale, indice di precisione,meticolosità e senso di responsabilità.
E’ inoltre visibile una curiosa particolarità: ovvero comeBsia scritto partendo dal punto di avvio inferiore con slancio dell’asta superiore verso l’alto;nel margine alto della scrittura, secondo il simbolismo spaziale di Max Pulver, rientra tutta la sfera della spiritualità, del pensiero,dalla fantasia e dell’intelletto.
Concludendo possiamo notare come la firma (l’Io-sociale,come ci mostriamo agli altri) sia perfettamente omogenea e coerente al resto della scrittura (che rappresenta l’Io-profondo,come realmente ed effettivamente siamo) in termini di tratto, calibro,forma,di conseguenza il grado di omogeneità tra firma e testo rivela la nostra coerenza tra vita sociale pubblica e privata, la nostra immagine autentica.

