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«Tra destra e sinistra la Calabria affonda tra ideologie evaporate dimenticando credibilità e coerenza»

Pino tursi Prato

COSENZA – Di Pino Tursi Prato «La Calabria si deve rialzare dall’oblio in cui è ricaduta per molti anni. Stiamo assistendo a una fase di assoluta mancanza di rispetto per la gente di Calabria. La sinistra, il cosiddetto centro-sinistra, è diventata una meteora che esiste solo nella mente di pochi fanatici ancora in circolazione. Non conoscono né la storia né le tradizioni della sinistra calabrese, che nel tempo ha saputo interpretare le esigenze e le fasi di sviluppo della nostra regione, dando tutte le soluzioni possibili per farla diventare una terra capace di sedere nei luoghi che contano e pesano di più nelle decisioni nazionali».

«I leader del passato, di qualunque partito, hanno potuto risollevare la Calabria proprio perché uniti nella diversità, ma accomunati dall’interesse di farla decollare in ogni settore produttivo e di sviluppo: infrastrutture, ospedali, scuola, università, agricoltura, turismo. Tutto ciò fu possibile attraverso una programmazione attenta, senza trascurare dettagli e soluzioni che arricchivano la mente e il pensiero collettivo».

«Siamo però passati da un utilizzo corretto delle risorse da investire alle appropriazioni indebite delle stesse, con il solo fine di arricchire se stessi e gli amici più fidati, funzionali al mantenimento del potere fine a sé stesso. Anche nel settore della giustizia siamo scivolati dal controllo e dalla vigilanza corretta a una sorta di “supervisione a intermittenza”, come se la Calabria fosse caduta in una parcellizzazione assoluta, dove diritto e dovere hanno smarrito il loro vero significato».

«La destra in Calabria appare perseguitata, la sinistra incapace di trovare il bandolo della matassa. I leader nazionali sembrano attenti solo a favorire soluzioni personali e di potere. Questo è il quadro, e nulla sarà possibile se le cose rimarranno così. I calabresi non devono aspettarsi nulla di buono: le garanzie per una politica di alto livello lasciano spazio solo agli inganni e alle mediocrità di oggi».

«Assistiamo a un teatrino che, solo a pensarci, fa inorridire i pochi “ben pensanti” rimasti, i quali forse attendono soltanto una nuova vita. I giovani, esclusi dai circuiti vitali, sono costretti a emigrare e costruirsi un futuro altrove. La Calabria viene svenduta e umiliata».

«I grandi poeti e scrittori calabresi, solo per citarne alcuni, Corrado Alvaro, Leonardo da Repaci, Giuseppe Selvaggi, Carmelo Abate, sono stati traditi e mortificati, nonostante il loro impegno profuso nel rappresentare con dovizia tutte le fasi della nostra storia, con l’unico obiettivo di contribuire in modo significativo a far sì che chi di dovere si assumesse la responsabilità di affrontare le criticità, trovando soluzioni adeguate».

«La politica, traghettata nel personalismo e ridotta a comitati elettorali, ha rinunciato definitivamente alle ideologie e alle appartenenze, e non può che naufragare nell’oblio assoluto. “Lasciate ogni speranza, voi che entrate”: Dante e la porta dell’inferno. Perché di questo si tratta. I Cinque Stelle hanno ormai gettato la maschera, mostrando divisioni e pochezza, costringendo il centro-sinistra, per quel che ancora può contare, a subire ogni forma di oltraggio. Carmelo Conte appare come un Don Chisciotte ridimensionato e ridicolizzato. I dirigenti locali, illusi dal consenso legato al reddito di cittadinanza, continuano a immaginare di avere la fiducia del popolo, come se quello fosse l’unico problema calabrese, mentre tutto il resto è “fuffa”».

«Il PD ha perso la bussola, i socialisti, illusi dalle ultime elezioni amministrative e incapaci di unirsi, pensano di poter dire la loro. Un quadro riluttante che infastidisce l’opinione pubblica. Alla politica servono credibilità e coerenza, ma il destino sembra segnato. Alzate bandiera bianca e abbandonate le vostre visioni immaginarie, la Calabria appartiene agli operosi e agli onesti».

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