Site icon quicosenza

Terapia per bimbo autistico, Asp di Cosenza condannata a rimborsare 70mila euro

Sede Asp di Cosenza

COSENZA – La Corte d’appello di Catanzaro ha condannato l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza al rimborso integrale – oltre 70.000 euro – delle spese sostenute dai genitori per garantire al proprio figlio l’accesso alla terapia Aba (Applied Behavior Analysis), un trattamento riabilitativo scientificamente validato e indicato per i disturbi neuroevolutivi. Lo rendono noto gli avvocati della famiglia, Salvatore Francesco Panza e Marco Giovanni Caraffa, che parlano di “una pronuncia che assume portata sistemica“, sottolineando il valore di questo precedente giudiziario per tante altre famiglie calabresi e italiane alle prese con le lacune del sistema sanitario pubblico.

La vicenda ha avuto origine nel 2019, quando i genitori del minore, di fronte alla perdurante inattività dell’Asp, hanno deciso di adire le vie legali per ottenere ciò che spettava loro di diritto: una terapia già prescritta sia dai medici dell’Asp stessa sia da importanti strutture sanitarie, tra cui l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Nonostante il quadro clinico fosse chiaro e la terapia scientificamente riconosciuta – spiegano i legali – l’Azienda sanitaria non ha mai attivato il percorso riabilitativo né individuato alternative pubbliche, costringendo la famiglia a un esborso economico ingente”.

Riformando la sentenza di primo grado, la Corte d’appello ha stabilito che la mancata erogazione della terapia da parte dell’Asp rappresenta una violazione del diritto costituzionalmente garantito alla salute. Ha inoltre affermato l’obbligo, per la pubblica amministrazione, di garantire un accesso effettivo alle cure, anche tramite il rimborso delle spese anticipate dai cittadini.

La sentenza sottolinea infine che il metodo Aba “non è una scelta discrezionale delle famiglie“, ma una terapia inserita nelle Linee guida nazionali e ampiamente prescritta da centri clinici pubblici e privati specializzati. “È una decisione che fa giurisprudenza – concludono Panza e Caraffa – e un segnale forte per tutte le istituzioni sanitarie che ancora oggi ignorano o sottovalutano le esigenze terapeutiche dei minori affetti da disturbi dello spettro autistico”.

Exit mobile version