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Stangata IMU sulle seconde case: a Roma fino a 3.500 euro, Cosenza tra le meno care

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COSENZA – Il 16 giugno scade il termine per il versamento dell’acconto IMU 2025. Secondo una simulazione del servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali, Previdenziali e Immigrazione della UIL, il costo medio complessivo dell’IMU per una seconda casa in un capoluogo sarà di 977 euro, di cui 488 euro per l’acconto di giugno. L’imposta interesserà oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, con un gettito stimato in 9,7 miliardi di euro, pari alla metà del totale annuale.

Le città più care e quelle meno care

L’analisi evidenzia ampie variazioni territoriali.

Per le abitazioni principali di lusso (categorie catastali A/1, A/8, A/9), il costo medio IMU è di 915 euro (acconto di 458 euro). In questo caso, Venezia risulta la città più onerosa, seguita da Roma e Milano. Le meno care sono Agrigento, Caltanissetta e nuovamente Cosenza.

Le disuguaglianze fiscali e la riforma del catasto

La UIL sottolinea che il sistema catastale attuale, basato su valori obsoleti di oltre quarant’anni fa, crea gravi sperequazioni tra cittadini con immobili simili ma tassazioni molto diverse. Secondo il segretario confederale Santo Biondo, è urgente adeguare le rendite catastali ai valori reali di mercato, senza però aumentare la pressione fiscale complessiva.

Un’esigenza sollecitata anche dall’Europa

La riforma del catasto è inclusa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed è stata esplicitamente richiesta anche dall’Unione Europea come condizione per modernizzare il sistema fiscale italiano, contrastare l’evasione e rafforzare i conti pubblici.

L’appello della UIL al governo

Il segretario confederale della Uil, Santo Biondo chiede al governo coraggio e responsabilità:

“La riforma è necessaria per un fisco più equo, trasparente e vicino ai cittadini. Serve per rimpinguare le casse dello Stato e per combattere la povertà”. In assenza di riforma – conclude – l’Italia rischia di perdere fondi europei vitali e di aggravare ulteriormente le disuguaglianze sociali e territoriali.

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