ROMA – “Le scuole non possono restare chiuse per tre mesi mentre l’Italia soffoca sotto ondate di calore sempre più estreme”. È un appello accorato quello lanciato dal CNDDU – Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – al Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara. Al centro della denuncia, una scuola italiana inadeguata a fronteggiare la crisi climatica: aule invivibili, assenza di impianti di climatizzazione, blackout e interruzioni di servizio che rendono sempre più difficile garantire il diritto allo studio.
“Le scuole siano presìdi educativi e climatici anche d’estate”
Il primo punto dell’appello riguarda l’apertura estiva programmata degli istituti scolastici. Non solo per affrontare l’emergenza climatica, ma anche come risposta educativa e sociale alla dispersione scolastica. Per questi motivi il CNDDU propone:
– l’attivazione di corsi di recupero, attività culturali e alfabetizzazione digitale nei mesi estivi;
– il coinvolgimento di enti locali, famiglie e terzo settore in un patto educativo estivo;
– fondi dedicati per il personale volontario e supplente che possa garantire un’offerta formativa sicura e accessibile.
“Una scuola aperta – sottolinea il presidente Romano Pesavento – è una scuola che protegge, include, accompagna. Ed è anche uno spazio sicuro durante le temperature estreme”.
“Aule come serre: servono scuole resilienti al caldo”
Il secondo pilastro della proposta è strutturale: un Piano Nazionale per la Resilienza Climatica delle Scuole, con interventi mirati per trasformare gli edifici scolastici in ambienti sicuri e salubri.
Tra le misure urgenti richieste:
– impianti di climatizzazione sostenibili, a basso impatto ambientale;
– interventi di bioedilizia come tetti verdi, schermature solari e ventilazione naturale;
– installazione di stazioni climatiche scolastiche per monitorare temperatura, umidità e qualità dell’aria anche a fini didattici;
– priorità di intervento per le scuole del Centro-Sud, più esposte agli effetti del caldo.
“L’istruzione deve far parte della risposta al cambiamento climatico”
Il CNDDU sottolinea l’urgenza di integrare la questione climatica nella governance scolastica. Oltre alla mappatura degli edifici e all’adozione di un indice di stress termico scolastico, si propone:
– un protocollo climatico scolastico coordinato con i ministeri della Salute e del Lavoro;
– l’introduzione dell’educazione al clima come asse trasversale in tutte le scuole;
– la creazione di un Osservatorio permanente Scuola–Clima–Salute, con la collaborazione di INAIL, Protezione Civile e CNR.
“Non possiamo più illuderci di tornare alla normalità – conclude Pesavento – in un mondo dove le aule si trasformano in forni e il diritto allo studio viene sacrificato al termometro. Serve una scuola nuova, più equa, più sicura, più viva anche d’estate”.

