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Rogliano, farmaci salvavita negati da un anno: l’appello disperato di una figlia contro la burocrazia

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ROGLIANO (CS) – «Mi trovo costretta a scrivere queste righe per chiedere aiuto a causa di una situazione che, ormai da mesi, affligge la mia famiglia». Inizia così la lettera aperta di Rosalia, di Rogliano, che ha deciso di rendere pubblica scrivendo alla nostra redazione, una vicenda tanto dolorosa quanto, purtroppo, emblematica delle difficoltà legate all’accesso ai servizi sanitari essenziali.

La storia riguarda il papà, rientrato da Bologna circa un anno fa dopo una lunga e complessa serie di interventi chirurgici. Le conseguenze di quel calvario sanitario non sono state solo fisiche e psicologiche: al ritorno, l’uomo presentava anche gravi piaghe da decubito di quarto livello, una condizione che richiede medicazioni specialistiche e farmaci particolari, difficili da reperire nelle normali farmacie.

Nel 2024, il settore Ausili e Protesi dell’ASL di Rogliano aveva approvato senza indugi il piano terapeutico redatto dalla Clinica Ortopedica Rizzoli, autorizzando l’erogazione dei farmaci necessari tramite la Farmacia Territoriale di Rende. Ma proprio da ottobre dello stesso anno, è iniziato un inspiegabile stallo: la farmacia comunica all’utenza l’impossibilità di fornire i medicinali prescritti perché si è in attesa della conclusione di una gara d’appalto per l’affidamento delle forniture.

Un’attesa che dura da quasi un anno

Nel frattempo, la famiglia è costretta ad acquistare privatamente le medicazioni necessarie, affrontando una spesa mensile che supera i 500 euro, a cui si aggiungono i costi connessi alla gestione dell’infermità del padre, ormai permanente. «Siamo allo stremo – scrive Rosalia – e chiediamo l’intervento urgente delle autorità competenti del servizio sanitario regionale, o di qualunque altro ente in grado di sbloccare questa situazione». Il suo appello è rivolto alla politica, all’Azienda Sanitaria Provinciale e agli organi istituzionali: «Non è ammissibile che un diritto fondamentale come quello alla cura venga vanificato da ritardi burocratici. I più deboli non possono attendere i tempi infiniti della macchina amministrativa».

 

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