COSENZA – Quel “Non mi fermano con le inchieste”, che Roberto Occhiuto ha pronunciato poco prima di annunciare le sue dimissioni da presidente della Regione Calabria, non è un’accusa alla magistratura. È, chiaramente un messaggio diretto a quel “fuoco amico” che, all’interno di Forza Italia, lo vorrebbe mettere fuori gioco. Un segnale chiaro rivolto a chi, nel partito, sta ormai da tempo sotterraneamente “lavorando” per indebolirne la leadership.
Una faida maturata ormai da tempo che ha radici romane ed ha trovato senza troppi problemi sponde locali, in riva allo Stretto. Perchè è in Calabria che si gioca una partita altrettanto cruciale: la prossima guida della Regione Calabria. Anche perché Roberto Occhiuto è ormai considerato “troppo ingombrante”, per il suo modo di amministrare in modo “troppo autonomo”.
E allora ecco che in questo scenario, le inchieste giudiziarie (almeno fino a questo momento) rischiano di essere strumentalizzate come armi di delegittimazione politica. Non tanto dalla magistratura, quanto da quei settori interni al partito che vedono nell’offensiva giudiziaria un’occasione per indebolire Occhiuto sul piano dell’immagine e della credibilità politica.
E le dimissioni, sebbene in apparenza impensate, non hanno colto impreparati coloro che conoscono bene il temperamento di Occhiuto. Infatti, era nell’aria l’ipotesi di un coup de théâtre, del dimissionario presidente della Regione, un gesto eclatante, per spiazzare da una parte gli avversari, soprattutto in un momento di crescenti tensioni interne a Forza Italia, e di alcuni consiglieri regionali che oggi sostengono la maggioranza di centrodestra, ma già da tempo “dialogano” con partiti di centrosinistra, pronti al cosiddetto salto della quaglia.
Un centrosinistra, in un complesso e frammentato perimetro che oggi viene definito “campo largo” e la mossa di Occhiuto ha avuto l’effetto di far emergere spaccature e incertezze che la calma apparente degli ultimi mesi aveva soltanto nascosto.
Il problema per il centrosinistra, infatti, non è solo quello di capitalizzare eventuali difficoltà del centrodestra calabrese. La vera sfida sarà riuscire a trovare una sintesi tra anime diverse che ancora oggi faticano a condividere strategie e soprattutto leadership. Mentre, ritornando ad Occhiuto ed a Forza Italia, in questi tre giorni, gli Stati Generali di Forza Italia, in corso a Reggio Calabria con la presenza del segretario nazionale Antonio Tajani, rappresentano un passaggio decisivo per il futuro politico di Roberto Occhiuto.
Da un lato, se il partito farà quadrato intorno al presidente dimissionario che è anche vice segretario del partito, dimostreranno di voler puntare nuovamente su di lui, e di conseguenza la sua posizione ne uscirà rafforzata, non solo sul piano regionale ma anche all’interno degli equilibri nazionali di Forza Italia. Dall’altro lato, se durante i lavori dovessero emergere segnali di tentennamento, significherebbe che la parabola politica di Occhiuto sta entrando in una fase discendente.

