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Regionali: Pino Tursi Prato «i chiarimenti interni del centrodestra e il ‘disagio’ nel campo largo di centrosinistra»

Pino Tursi prato Regione Calabria

COSENZA – Di Pino Tursi Prato «Venerdì 8 agosto si è tenuto il Consiglio regionale in Calabria, durante il quale sono state prese visione delle dimissioni del Presidente Roberto Occhiuto e dello scioglimento del Consiglio regionale. Non si è trattato di una semplice presa d’atto, ma di un’informativa vincolante relativa a una decisione irrevocabile. Nei giorni successivi, in conformità al regolamento e in accordo con la Corte d’Appello di Catanzaro, è stata ufficializzata la data delle elezioni anticipate, per il 5-6 ottobre 2025. A seguito di questa decisione, si sono susseguite riunioni e incontri tra le forze politiche dei vari schieramenti».

«È evidente e inevitabile il disagio tra le forze politiche riguardo a questa decisione, percepita come non condivisa, subita e inopportuna. Il disorientamento è accentuato dalla ristrettezza dei tempi previsti dai regolamenti di legge, che impongono scadenze stringenti per la presentazione delle liste e la convocazione dei comizi elettorali. Il centrodestra calabrese è impegnato a chiarire le posizioni tra le varie forze che lo compongono e il presidente dimissionario. Nel centrosinistra, il disagio è ancora più accentuato: si cerca di costruire un’alleanza capace di contrapporsi all’attuale maggioranza di centrodestra. La coalizione deve fare i conti anche con le incomprensioni del recente passato. La richiesta socialista e riformista di una guida autorevole appare lontana, e si sta facendo strada l’ipotesi di una scelta obbligata tra il senatore del PD Nicola Irto, l’eurodeputato del M5S Pasquale Tridico e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, con un orientamento percepito verso quest’ultimo».

«Sin dall’inizio, i due esponenti politici più gettonati hanno dichiarato di non essere interessati, ma alla fine sarà necessario fare una scelta. Sono in corso incontri tra partiti e tra le varie forze politiche. Il PD, il Movimento 5 Stelle e AVS intendono affermare la loro centralità nel campo largo e progressista, cercando di imporre agli altri partiti e movimenti le loro decisioni, vincolanti e non emendabili. La strada è tortuosa, e il rischio di fallimento è elevato. La prima riunione tra le anime del centrosinistra, allargata a Riformisti, Azione, Italia Viva, Più Europa e movimenti civici, ha messo subito in evidenza difficoltà su punti salienti del programma, come giustizia, politiche sociali, sviluppo economico, lavoro, università, sanità e l’orientamento sul ponte sullo Stretto. Trovare un accordo e una sintesi sarà molto difficile».

«Non emergono segnali forti per una battaglia epocale: si rischia di ricorrere a scelte di ripiego e a liste che accontentino tutti, puntando a un risultato di minoranza per ottenere comunque rappresentanza in Consiglio regionale. Se la candidatura a Presidente sarà del PD, la svolta non ci sarà; se sarà del Movimento 5 Stelle, si temono politiche poco garantiste e incapaci di guidare un processo di cambiamento prima della fine della legislatura. Una candidatura imposta dall’alto rischierebbe di essere un disastro. La decisione giusta sarebbe far scendere in campo candidati di alto profilo, con un curriculum di grande livello. L’idea socialista e riformista potrebbe stimolare l’interesse dell’opinione pubblica, richiamandosi alla storia ma guardando al futuro in modo costruttivo e partecipativo. Non è escluso, tuttavia, che si possa cercare di depotenziare il centrosinistra per facilitare una vittoria del centrodestra, rinviando una possibile rivincita successiva agli effetti delle iniziative della magistratura».

«Il percorso elettorale sarà pieno di insidie: per essere competitivi e vincenti, bisogna puntare a un’intesa di alto livello e selezionare i migliori candidati possibili, coinvolgendo anche sindaci locali per massimizzare il consenso sul territorio. L’alternativa va costruita anche su un programma concreto, capace di affrontare rapidamente i problemi più urgenti della Calabria: sanità, lavoro, sviluppo economico e sociale, rilancio degli investimenti in turismo e trasporti, in vista del ponte sullo Stretto. Ai socialisti e riformisti calabresi va detto: “Aspettare non nuoce, cambiare alleati è possibile”. Il PD calabrese rischia di trascinare tutti in un logoramento senza fine. Dopo Ferragosto, staremo a vedere»

 

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