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Piloti in fuga dall’elisoccorso calabrese, i retroscena: contratto in lire e ferie incluse nei riposi

elisoccorso cosenza

COSENZA – Sono pochi i piloti disposti a lavorare per l’elisoccorso in Calabria. E quelli in forze pare siano in fuga. Il loro Contratto Collettivo Nazionale, come nel resto d’Italia, è in lire. È scaduto nel 2004, ma non viene rinnovato. C’è stato un aggiornamento per la prima volta (dopo 20 anni) nel 2024, però il contratto è ancora quello firmato nel 2001, con gli importi in busta paga convertiti in euro. In più i giorni di riposo compensativi, nella maggior parte delle compagnie, vengono automaticamente considerati vacanze. È come se si avessero il sabato e la domenica (che per chi guida gli elicotteri non è festiva) liberi, però ogni weekend venissero scorporati dalle ferie. Nonostante chi lavora a Locri e vive ad Aosta impiegherà almeno 48 ore per andare a casa e poi tornare alla base. A ciò si somma che i luoghi di lavoro dove sono ubicate le sedi di elisoccorso e dell’antincendio spesso sono semplici baracche in lamiera.

L’elisoccorso in Calabria

Volare sui panorami mozzafiato dei cieli calabresi per salvare vite, sembrerebbe non essere attrattivo per gli elicotteristi. Anzi. Le motivazioni però non sarebbero riconducibili a problemi legati al territorio, bensì all’opportunità di avere un carico di lavoro minore e maggiori garanzie sul futuro. A partire dal rischio di “restare a terra” se l’appalto per la gestione del servizio non sarà rinnovato. La flotta dell’elisoccorso calabrese infatti conta al momento 4 velivoli. Mezzi che hanno quasi 30 anni di voli alle spalle, senza aria condizionata e con riscaldamenti che funzionano a singhiozzo. L’appalto dal 2009 è affidato a colpi di proroghe ad un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, con capofila Elitaliana Spa giudicata inaffidabile in Lazio dove è stata esclusa dalla gara. In Calabria invece resta in forze. Dalla scadenza del contratto ha incassato oltre 120 milioni di euro e gestisce le postazioni di Zumpano e di Sant’Eufemia (unica base attiva di notte). È affiancata nella gestione dell’elisoccorso calabrese, dall’Avincis Aviation Italia Spa di stanza a Cirò Marina e da Elilombarda srl che opera a Locri.

I contratti dei piloti di elicottero

 I privati con “manodopera” a basso costo riescono così ad aggiudicarsi appalti da 170/230 milioni di ero per la gestione pluriennale dei soccorsi in volo. Sono rappresentati dall’AEI (Associazione Elicotteristica Italiana federata Confindustria Federvarie) una cordata di 10 imprese del settore. Una realtà che «si occupa di stipulare i contratti collettivi di lavoro per i dipendenti delle imprese associate» e come precisa nella sua pagina ufficiale «svolge un ruolo di indirizzo e coordinamento nella fase di negoziazione e stipula del Contratto nazionale». Accordo atteso da oltre 20 anni, durante i quali i piloti sono stati “pagati in lire” e le imprese hanno incassato in euro con tariffe adeguate ai rincari. Intanto anche i risarcimenti dell’assicurazione per morte, invalidità permanente o perdita brevetto dei piloti vengono calcolati ancora in lire. Variano in base all’età, ma nel 2001 per la categoria i pensionamenti scattavano a 60 anni, oggi a 65 anni. Ciò comporta che per questa fascia, ad esempio, la perdita del brevetto per infortunio o rischi di volo è compensata (per un primo ufficiale o un pilota di prima) con 1 milione e 500mila lire: 750 euro.

Le esperienze dei piloti I piloti in Calabria

 Per comprendere l’aria che tira nel settore dell’elicotteristica basta pensare che ben 120 piloti sono in causa con una blasonata azienda del settore. Perché? Nel 2020 ha tagliato a tutti le ferie maturate non godute, in alcuni casi cancellandone oltre 110 giorni per ciascun dipendente. «Il problema non è la Calabria, ma le prospettive che offrono le aziende che attualmente vi operano» afferma senza ombra di dubbio un pilota con 30 anni di esperienza, alcuni dei quali maturati nell’elisoccorso di Cosenza. «È ovvio – chiarisce – che chi ne ha l’opportunità migra ad altre imprese che magari hanno un numero maggiore di appalti. La Calabria è più complessa rispetto ad altre regioni, ma è una sfida che piace ai piloti. Non importa che la mole di lavoro sia almeno di 8 volte superiore a quella in Lombardia, perché è un mestiere fatto di passione. Chi lascia l’elisoccorso calabrese, ripeto, lo fa per le compagnie: questioni salariali, garanzie contrattuali o turnazioni agevoli. E se le imprese continuano a non assumere il personale del quale necessitano, ovviamente la qualità del servizio continuerà ad abbassarsi. Così come la sicurezza per i pazienti e per i soccorritori».

Avere un elisoccorso efficiente fa risparmiare

«Far funzionare l’elisoccorso – spiega un altro pilota che ha lavorato qualche anno in Calabria – significa far risparmiare la sanità e tutelare la salute dei cittadini. Se un paziente con infarto, ictus o emorragia cerebrale viene raggiunto entro 20 minuti, stabilizzato e portato subito in ospedale ha meno possibilità di riportare danni permanenti. Ciò rappresenta una riduzione notevole dei costi sia per il servizio sanitario (per 1 posto in Rianimazione si spendono dai 1.300 euro ai 2.000 euro al giorno) sia per la previdenza sociale. Servono quindi più elicotteri, soprattutto in territori come la Calabria, dove le condizioni meteo a volte impediscono di andare dallo Jonio al Tirreno o di raggiungere da sud il nord sorvolando Sila e Aspromonte».

E dove serve trasportare velocemente i pazienti da un ospedale all’alto, a volte fuori dai confini regionali. Si godrebbe dei vantaggi della minore ospedalizzazione dei pazienti soccorsi, che spesso dipende dal tempo trascorso tra l’evento traumatico e l’intervento di un medico. Eppure ciò sembra non importare a nessuno, nonostante il valore inestimabile che rappresenti. Personalmente credo in questo mestiere dove mi sono sempre impegnato dando il massimo, perché salvare vite non ha prezzo. Peccato che imprese e Regioni appaiano più orientate a guadagnare/risparmiare denaro, trasformando i soccorsi non in una missione, ma in un mezzo per lucrare. Se così non fosse avrebbero subito rinnovato il contratto. Invece ancora stiamo aspettando». Una corsa al ribasso dove l’elisoccorso è solo merce. A scapito della qualità, della salute dei cittadini e dei bilanci pubblici.

 

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