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Pasqua: Papa Francesco dalla loggia a Piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi

Papa Francesco

ROMA – In carrozzina, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia di Piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi in occasione della Santa Pasqua salutato dall’ovazioni dei fedeli presenti a Piazza San Pietro. “Cari fratelli e sorelle buona Pasqua” ha detto il pontefice che ha scritto un lungo messaggio per la pace nel mondo letto da monsignor Diego Ravelli chiedendo che si metta fina a tutti i conflitti nelle diverse nazioni del mondo dove persone e bambini inermi muoiono o vengono fatti prigionieri. È stata poi impartita dal Pontefice l’indulgenza plenaria dai peccati.

“Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! – ha scritto nel testo il Pontefice. ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria”.

“Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni
degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana”.

E poi il messaggio verso i deboli e gli immigrati “quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti. In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio”.

L’omelia nella messa di Pasqua

Una Pasqua che parla di un Cristo ancora vivo in mezzo a noi. Il messaggio del Papa nell’omelia della messa pasquale era stata invece letta dal cardinale Angelo Comastri. “Cristo è risorto, è vivo! Egli non è rimasto prigioniero della morte, non è più avvolto nel sudario, e dunque non si può rinchiuderlo in una bella storia da raccontare, non si può fare di Lui un eroe del passato – si legge nel testo dell’omelia del Papa – o pensarlo come una statua sistemata nella sala di un museo! Al contrario, bisogna cercarlo e per questo non possiamo stare fermi. Dobbiamo metterci in movimento, uscire per cercarlo: cercarlo nella vita, cercarlo nel volto dei fratelli, cercarlo nel quotidiano, cercarlo ovunque tranne che in quel sepolcro. Cercarlo sempre. Cristo risorto dimora in mezzo a noi, si nasconde e si rivela anche oggi nelle sorelle e nei fratelli che incontriamo lungo il cammino, nelle situazioni più anonime e imprevedibili della nostra vita”.

Egli è vivo e rimane sempre con noi, piangendo le lacrime di chi soffre e moltiplicando la bellezza della vita nei piccoli gesti d’amore di ciascuno di noi. Il Giubileo ci chiama a rinnovare in noi il dono di questa speranza, a immergere in essa le nostre sofferenze e le nostre inquietudini, a contagiarne coloro che incontriamo sul cammino, ad affidare a questa speranza il futuro della nostra vita e il destino dell’umanità. E perciò non possiamo parcheggiare il cuore nelle illusioni di questo mondo o rinchiuderlo nella tristezza; dobbiamo correre, pieni di gioia. Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici”.

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