CATANZARO – L’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI) ha depositato al TAR Calabria un atto di motivi aggiunti nel ricorso già pendente contro l’Azienda Ospedaliera di Cosenza (con Regione, Commissario ad acta e Università della Calabria). ACOI “chiede al Tribunale di sospendere e annullare gli atti con cui sono state affidate due direzioni di Unità Operativa Complessa – Otorinolaringoiatria–Audiologia–Foniatria e Terapia Intensiva e Anestesiologia – a professori universitari senza concorso pubblico. Secondo l’associazione, scorciatoie di questo tipo sono ammesse solo nelle Aziende ospedaliero-universitarie formalmente istituite con DPCM; a Cosenza questo decreto non esiste”.
La polemica era stata sollevata anche da Cisl Medici Cosenza che contestava “un ospedale in mano a medici universitari”.
«Non è una crociata contro l’Università: chiediamo regole uguali per tutti – concorsi pubblici, trasparenza e selezione per merito – perché da qui dipendono sicurezza dei pazienti e qualità delle cure», dichiara Vincenzo Bottino, presidente ACOI. «Fermiamo le scorciatoie e torniamo ai concorsi: è l’unico modo per tutelare professionisti, cittadini e risorse pubbliche». Nel ricorso vengono contestati anche altri provvedimenti che, di fatto, spingono l’ospedale verso un ruolo universitario senza le necessarie basi di legge. Per ACOI questo impianto viola i principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento e le regole nazionali sui concorsi per la dirigenza medica.
“Le ragioni d’urgenza: incarichi quinquennali che bloccano le carriere dei medici ospedalieri, rischi per qualità e continuità dell’assistenza, possibili danni erariali e ricadute sulla formazione clinica di studenti e specializzandi. Da qui la richiesta di stop immediato in attesa del giudizio nel merito. L’atto è stato redatto dagli avvocati Ettore Jorio e Francesca Brunetti. ACOI ribadisce la propria posizione: rispetto delle regole e concorsi pubblici per guidare i reparti”.
