COSENZA – Scatta la protesta all’ospedale Annunziata di Cosenza, dove il personale infermieristico e operatorio dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia si dichiara in stato di massima allerta. A generare la tensione, la decisione della direzione sanitaria e del Sitra di reintrodurre, senza alcun confronto né informazione preventiva, il sistema delle “pronte disponibilità” per gli infermieri del blocco operatorio ginecologico e ostetrico.
“Qualche settimana fa – scrive il sindacato – i vertici della U.O.C. di Ginecologia e Ostetricia di Cosenza, il direttore sanitario Pino Pasqua e il Sitra rappresentato da Carla Catania, si sono riuniti alla presenza della sigla sindacale CISL rappresentata dal segretario aziendale Giuseppe Bonasso. Nello stesso verbale controfirmato a margine dell’incontro, del quale il personale interessato nonché tutte le altre organizzazioni sindacali erano completamente all’oscuro, si evince la volontà da parte della direzione aziendale di istituire nuovamente le pronte disponibilità per il personale infermieristico del blocco operatorio ginecologico (e per quello ostetrico). Inoltre, si sancisce un futuro spostamento del blocco operatorio ostetrico-ginecologico presso la chirurgia generale “Chirurgia Falcone”, notizia che circola dallo scorso anno e che non chiarisce con l’ausilio del personale di quale unità dovrebbe svolgersi l’attività”. Un incontro che l’Unione Sindacale di Base (USB), definisce “ristretto e non condiviso” che ha lasciato all’oscuro non solo il personale coinvolto, ma anche tutte le altre sigle sindacali.
Scelte calate dall’alto
“Una modalità inaccettabile e non trasparente – accusa la USB – che ripropone dinamiche calate dall’alto, ignorando le reali condizioni del personale, già sottoposto a turni estenuanti, doppie prestazioni e straordinari sistematici”. L’annuncio della possibile ricollocazione del blocco operatorio ostetrico-ginecologico presso la Chirurgia Falcone – voce che circola da mesi – si somma a una gestione definita “opaca e inadeguata”. A detta dell’USB, mancano chiarezza sui ruoli, sul personale impiegato e sulla sostenibilità delle nuove organizzazioni del lavoro.
Le criticità denunciate sono numerose
“Cinque infermieri assenti da tempo (tre solo nel blocco operatorio), mai sostituiti, in piena violazione della Legge Regionale n. 24 del 26 maggio 2023, che impone la copertura delle assenze per garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA). Invece di provvedere alle assunzioni necessarie, la direzione – accusa la USB – continua a ricorrere a istituti d’emergenza come la pronta disponibilità, utilizzati come strumento ordinario per coprire le falle organizzative. Il personale è allo stremo, servono assunzioni, non imposizioni”.
La misura è colma
“Il personale operatorio – spiegano i rappresentanti sindacali – lavora già in condizioni insostenibili, con carichi eccessivi e una pianificazione che include straordinari direttamente nei turni ordinari mensili. La direzione aziendale deve smetterla di scaricare sulle spalle degli infermieri il peso delle carenze strutturali. Non servono ulteriori sacrifici, ma nuove assunzioni, sostituzioni immediate e organizzazione trasparente”.
L’appello: “Basta scelte unilaterali, si torni al confronto”
Il sindacato invita la governance aziendale a rispettare le norme regionali, coinvolgere tutto il personale nelle scelte che lo riguardano e ristabilire un dialogo reale con tutte le rappresentanze. “Non si può continuare a prendere decisioni cruciali senza coinvolgere chi vive ogni giorno le difficoltà in corsia – conclude la nota –. Alla politica degli incontri ristretti e delle firme calate dall’alto diciamo basta. È tempo di ascoltare chi lavora”.

