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Operaio morto in un incidente sul lavoro, restituita la salma alla famiglia

LAMEZIA TERME – La salma di Felice Costanzo sarà restituita oggi ai familiari. L’uomo, 54 anni, ha perso la vita lo scorso 31 gennaio, in un incidente mentre era al lavoro, in un’officina Iveco nella zona di contrada Rotoli. Dopo i primi rilievi e le indagini, la Procura di Lamezia ha aperto un fascicolo per verificare le condizioni di sicurezza del luogo in cui è avvenuto il tragico incidente. Il personale dell’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro era intervenuto nell’immediatezza dei fatti per svolgere opportune verifiche e anche l’azienda per la quale Costanzo lavorava si è mostrata disponibile a chiarire ogni aspetto. Costanzo era un operaio esperto e competente. Secondo quanto accertato dai carabinieri, è rimasto schiacciato sotto un camion mentre stava effettuando una riparazione. Nonostante l’arrivo dell’elisoccorso è deceduto durante il trasporto verso l’ospedale di Catanzaro. Le indagini mirano a ricostruire la dinamica di quanto è accaduto ed accertare eventuali responsabilità. Sul posto, per il coordinamento dell’attività investigativa, c’è il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Lamezia Terme.

La sua scomparsa ha generato grande dolore nella famiglia e nella comunità. Straziante il post su Facebook del figlio: “Addio papà… sarai sempre nel mio cuore. Sappi che ti voglio bene mio eroe”. Anche il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, aveva espresso dolore: «Non dobbiamo dimenticare l’importanza che il lavoro ha nella vita di ciascuno, rappresentando non solo uno strumento per il sostentamento, ma anche un mezzo di riscatto e di affrancamento, oltre a costituire una forma, la più alta, di realizzazione personale. Per questo in ogni luogo di lavoro – ha dichiarato il vescovo – va messa responsabilmente al centro la dignità della persona umana per far sì che ciascuno possa sentirsi gratificato e parte attiva dello sviluppo della società. In questo tragico momento che vede la nostra comunità attonita, penso ai familiari di Felice, ai suoi amici e colleghi. Saranno tanti gli interrogativi che si stanno ponendo in queste ore ed è a loro che voglio rivolgermi: nonostante la vostra comprensibile rabbia e l’esperienza quasi inesorabile dell’impotenza, voglio invitarvi a non disperare. Per noi credenti Dio si manifesta come Padre amorevole ed affettuoso che non abbandona i propri figli, nemmeno quando lo scenario desolato della morte incomprensibile ed inaccettabile sembra negarne prepotentemente la presenza. Ma il Signore, che ben conosce il patire, non è lontano da chi soffre: Egli abita e illumina il dolore umano e darà consolazione a coloro che sono nello sconcerto e nel pianto».

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