RENDE (CS) – Si era già capito il 13 marzo del 2013, perché anche la scelta del nome Francesco non fu certamente banale ma pregna di significato e foriera di un modo di pensare che avrebbe caratterizzato gli anni a seguire. Il giorno in cui Jorge Bergoglio divenne Papa, infatti, decise di assumere, primo fra tutti, il nome di Francesco. Un segnale probabilmente che fin da subito è stato accompagnato da curiosità, ma anche da discussioni, anche nel mondo francescano.
“All’inizio ricordo, nel nostro ordine – ha detto Padre Luigi Loricchio, parroco di Rende e francescano – ci siamo sentiti in qualche modo “provocati” da questa scelta del nome riferito al nostro fondatore, a Francesco D’Assisi, perché si capiva in qualche modo con questa scelta che il carisma, la spiritualità, la testimonianza di Francesco erano necessarie al mondo. Il Papa ne ha assunto la bellezza e ne ha in qualche modo ribaltato la freschezza. Poi, nel suo ministero pontificio, ha in qualche modo ripreso tutti gli elementi cardine della nostra spiritualità, della vita di Francesco, ovvero la fraternità, la gioia, la cura del creato, le relazioni”.
Oggi la Chiesa piange un pontefice che ha lasciato un segno importante; ai suoi funerali sabato prossimo non potranno essere certamente presenti tutti i fedeli che vorrebbero salutarlo un’ultima volta, ma anche dalle periferie arriva l’invito a unirsi in preghiera.
“Siamo invitati tutti a pregare per il Papa – ha detto Padre Luigi – e io aggiungo sempre anche per la Chiesa intera, perché l’anima di Papa Francesco sarà certamente accolta tra le braccia di Gesù risorto, ma la vita della Chiesa è sempre nelle mani di Gesù e per questo dobbiamo anche pregare. Ma tutte le comunità, da quello che mi risulta, anche la nostra, ci stiamo attivando per pregare insieme per Papa Francesco e per la Chiesa“.

