COSENZA – Chiuse le indagini della Procura di Cosenza su un caso di cronaca che ha scosso la comunità di Cosenza e non solo: quello della morte di Ilaria Mirabelli, che ha sollevato anche numerosi interrogativi sulla dinamica dell’incidente e sul coinvolgimento del compagno di Ilaria. A Mario Molinari, 45 anni, unico indagato, i pubblici ministeri del tribunale di Cosenza, Mariangela Farro e Donatella Donato contestano il reato di omicidio stradale.
I due, quella domenica di fine agosto, stavano rientrando a Cosenza dopo una giornata trascorsa in Sila. Mario Molinari, aveva deciso di andare a pranzare a Lorica, in compagnia di altri due amici. Una volta finito di pranzare i due si misero in auto per far ritorno a Cosenza percorrendo la Strada Statale 108. Ma giunti al bivio di Quaresima inspiegabilmente ritornano indietro. Nei pressi di località Baracchelle l’automobile, una Volkswagen Up, uscì di strada. Ilaria Mirabelli venne sbalzata fuori dall’abitacolo, riportando un grave trauma toracico che le fu stato fatale.
Molinari ha sempre sostenuto che alla guida c’era Ilaria Mirabelli
Il suo corpo trovato a circa 50 metri di distanza dall’auto, mentre Molinari venne trovato ancora all’interno del veicolo con delle lievi ferite. Su quel tratto di strada si concentrarono le indagini. Mario Molinari ha sempre sostenuto di non essere alla guida al momento dell’incidente, dichiarando che fosse la giovane donna a condurre il veicolo. Ma le indagini hanno rivelato diverse incongruenze nelle sue dichiarazioni.
L’arresto di Molinari e la scarcerazione
Lo scorso mese di febbraio, il Gip di Cosenza aveva disposto l’arresto di Molinari, che al momento dell’incidente, era sotto l’effetto di alcol e stupefacenti. Dopo un mese però, il Tribunale del Riesame, aveva ordinato la scarcerazione accogliendo il ricorso presentato dal suo legale e annullando l’ordinanza di arresti domiciliari emessa nei suoi confronti. Secondo l’accusa dunque, sarebbe stato Molinari alla guida della vettura e a provocare il decesso di Ilaria per imprudenza, imperizia e negligenza alla guida. Alla base dell’accusa ci sarebbe anche l’alta velocità.

