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Madri detenute, Orrico appoggia la Camera penale di Cosenza contro le nuove norme

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COSENZA – “No al decreto Erode contro le donne incinte, contro le mamme, contro i fanciulli”. E’ l’appello che la Camera Penale di Cosenza ha lanciato ieri contro l’articolo 15 del decreto-legge sulla sicurezza recentemente approvato dal Governo, rinominato ironicamente “Decreto Erode”. In una lettera aperta indirizzata ai deputati e senatori eletti in Calabria, gli avvocati penalisti chiedono di non convertire il decreto legge sicurezza, sottolineado che il decreto “prevede l’abrogazione del rinvio obbligatorio della pena per le donne incinte o con figli piccoli, sostituendolo con un rinvio facoltativo, derogabile in caso di pericolo di recidiva. Inoltre, introduce la custodia cautelare negli istituti di custodia attenuata per le donne incinte e per le mamme con bambini sotto l’anno di età. In questo modo, lo Stato si pone in contrasto con: la Carta Costituzionale, nella parte in cui, all’articolo 31), la protezione della maternità e dell’infanzia è posta come salvaguardia della umanità;

 

Orrico: “Governo Meloni allergico alle regole democratiche”

“Modificare il codice penale attraverso un decreto d’urgenza, esautorando di fatto il Parlamento, esprime la solita allergia del governo Meloni alle regole democratiche proprie di un Paese civile e non rispecchia i dettami della nostra Carta Costituzionale. Ecco perché reputo condivisibile l’appello della Camera penale di Cosenza riguardo il trattamento, contenuto nel provvedimento, riservato alle madri detenute”. Lo afferma la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico.

“Ci troviamo di fronte – dice Orrico – all’ennesima pagina di autoritarismo scritta dalla maggioranza che ci governa che ha come obiettivo reprimere dissenso e disagio sociale poiché incapaci di lavorare per analizzare fenomeni complessi che necessiterebbero di ben altri approfondimenti e partecipazione politica. In questo quadro dalle tinte ‘orbaniane’ ci sono alcune fattispecie che più delle altre balzano agli occhi: pensiamo alle nuove disposizioni riservate alle madri detenute. Infatti, per mera propaganda, si aggrediscono, riducendole, le garanzie che sorvegliano la maternità ed il superiore interesse del minore.

Come Movimento 5 stelle – conclude l’esponente pentastellata – ci siamo opposti fin dall’inizio a questa visione della sicurezza restrittiva dei diritti dei cittadini ma non risolutiva dei loro problemi, passata con un balzello da un disegno di legge ad un decreto legge, e continueremo a farlo nelle aule del Parlamento raccogliendo l’appello di realtà sociali, sindacati, comitati, cittadini e, in questo caso le Camere penali, che si sono espresse negativamente sul provvedimento”.

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