RENDE – Un’iniziativa culturale promossa dal Liceo Classico di Rende che si terrà domani alle 10 al Museo del Presente. Il seminario di studi promosso dalla “Fondazione Vittorio Occorsio” sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, è rivolto agli studenti del corso ‘Giuridico – economico’, sul tema della memoria, della legalità, e della Giustizia. Al centro “L’omicidio di Ezio Tarantelli: una storia tante storie. L’utopia del possibile”.
Dialogherà con gli studenti il Prof. Paolo Paesani, storico del pensiero economico e docente di Economia nell’Università di Roma “Tor Vergata” (consigliere BCE), e il Prof. Salvatore Diodati, della Pontificia Università “Antonianum” di Roma.
Successivamente, lunedì 22 aprile, discuterà con i giovani studenti sullo stesso argomento, ma sotto il profilo processuale e della Giustizia, la Dott.ssa Rossella Torrusio, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza.
L’idea di partenza delle giornate di studio del liceo classico di Rende, è di indurre vari spunti di riflessione partendo da un autore. Gioacchino da Fiore, nel suo liber figurarum (cioè, nelle meditazioni di 900 anni fà sulla Bibbia tradotte ed esposte ai discepoli in figure, cosa particolarmente attuale per noi immersi nella civiltà dell’immagine, quindi profetica per come annotò Dante nella sua Commedia), rappresenta l’avvento della conoscenza come un albero, un tronco robusto da cui si dipartono tanti rami rigogliosi.
Allo stesso modo, l’intento del lavoro che impegnerà docenti e studenti su Ezio Tarantelli, professore ed economista impegnato sul campo, sarà quello di esaminare una figura di studioso che faccia non solo da filo conduttore, ma al contempo consenta di sviluppare anche ulteriori tematiche del pensiero critico per, e con, gli studenti liceali.
Al ricordo di Tarantelli e della sua opera, è dedicata la grande grande biblioteca interdipartimentale economico – giuridica dell’Unical di Rende: come ricordato, resta memorabile la visita dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi in occasione dell’intitolazione della biblioteca.
Si è pensato peraltro di collegare l’albero dei due Avventi di Gioacchino da Fiore alla figura di Tarantelli, sia pure con una qualche forzatura interpretativa, per comunanza di pensiero fra i due autori, in ragione della fiducia che entrambi nutrivano verso le nuove generazioni e quindi verso il futuro: il che rappresenta, insieme ad una critica del presente, anche e soprattutto la visione, la pre-visione, di nuovi e migliori assetti a venire.
Il lavoro di studio procederà intrecciando la storia personale, ed il pensiero, dei due autori, in virtù della quella certa comunanza sopra cennata. Altro tema della giornata di studi che si intreccerà col primo: «Gioacchino da Fiore: la profezia come comprensione del reale.»
Ezio Tarantelli
Economista e professore universitario, fu ucciso, con una mitragliata al volto, il 27 marzo 1985, sul finire egli “anni di piombo”: l’omicidio fu rivendicato dalle BR. Terminata la sua lezione di Economia Politica presso l’Università “La Sapienza” in Roma, dopo aver cancellato formule e grafici spiegati agli studenti, si accomiatò da essi salutandoli come di consueto, e sia avviò verso la sua autovettura, una semplice utilitaria rossa, parcheggiata come sempre nel cortile della Facoltà di Economia: qui, incontrò il suo assassino, o i suoi assassini. Dopo il brutale omicidio, chi lo assassinò, lasciò un dossier nella sua autovettura, con cui, rivendicandone l’uccisione, la collegò al pensiero di Tarantelli, il quale, da Professore di Economia, era stato consigliere di Sindacati e Organi di Stato, nonché impegnato in prima persona a fianco delle istituzioni politiche ed economiche del Paese.
Laureatosi a Roma nel 1965, Tarantelli aveva proseguito i suoi studi a Cambridge nel Regno Unito e poi al MIT di Boston (dove incontrò la moglie, e compagna di vita, Carole Beebe), specializzandosi in Economia e in particolare in Econometria, una disciplina a cavallo tra l’economia e la statistica. Cominciava allora l’impegno di un uomo e di uno studioso, animato da uno slancio personale volto a raggiungere, anche dentro di sé, una conoscenza senza confini, per un desiderato sistema sociale più giusto ed umano.
Da una posizione di sinistra riformista, Tarantelli, come teorico e come economista applicato, si spese per il superamento di un modello di mercato del lavoro bloccato da troppi automatismi, cioè da poca libertà di pensiero e azione, il quale si era sedimentato in Italia, seppur ormai superato dalla storia perché contrario agli interessi degli stessi lavoratori, in un mondo che stava cambiando. L’omicidio venne eseguito nella fase immediatamente precedente il crollo definitivo del modello sovietico che, in parte, aveva influenzato anche quello italiano; un mondo nuovo, in cui la costruzione dell’ Unione Europea stava muovendo i primi passi, e nel quale, riprendevano forza parole come “ concorrenza” e “mercato”.
Da discepolo del Premio Nobel per l’Economia, Prof. Franco Modigliani, nonché del Prof. Federico Caffè, ordinario di Economia dell’Università di Roma “La Sapienza”, studiò particolarmente il fenomeno dell’inflazione dei prezzi al consumo, legato in maniera automatica all’andamento dei salari attraverso l’indicizzazione: l’indicizzazione dei salari aveva l’obiettivo di garantire automaticamente ai lavoratori di mantenere costante il potere d’acquisto della loro retribuzione a fronte della lievitazione dei prezzi che lo avrebbe potuto erodere. Tarantelli si era convinto che quel legame, creato per proteggere i lavoratori, in realtà rischiava di danneggiarli, riducendo costantemente il potere di acquisto dei salari e delle pensioni, perché perpetuava e acuiva l’inflazione, cioè la perdita di valore della moneta, allontanando allo stesso tempo l’Italia dalle esperienze economiche degli altri paesi europei e dei suoi più stretti partners commerciali.
Portatore di un pensiero economico e di progetti di riforma ispirati al principio filosofico dell’ “Utopia del possibile”, mise in relazione mondo accademico e mondo dei lavoratori, ma anche le stesse istituzioni pubbliche, tra cui l’Università della Calabria, con la quale sia lui che sua moglie Carole, anche lei Docente universitaria in ambio umanistico, tante volte hanno collaborato. Infatti, la grande biblioteca interdipartimentale di scienze economiche e giuridiche dell’Unical è dedicata a Tarantelli, e al suo pensiero. Gli spari al volto di Tarantelli rappresentano una forma di violenza estrema, che vuole cancellare anche il viso di chi opera apertamente, con tutte le proprie energie, a sostegno di un’idea, in favore di un mondo migliore, per il bene comune. L’omicidio di cui restano ignoti i mandanti e, almeno parte, gli esecutori, fu il tentativo, come altri del genere, di frenare la relazione, e la positiva apertura al mondo che essa genera: noto è l’impegno di Tarantelli , che tanto si è dedicato anche negli studi matematici per superare la dicotomia tra pensiero e pratica, a partire da quella storicamente sentita fra sapere umanistico e sapere scientifico, al fine ultimo di realizzare concretamente un mondo aperto e inclusivo, ma – soprattutto – profondamente coesivo.
