COSENZA – Stefania vive nel territorio della Sila cosentina, e ha scritto alla nostra redazione per raccontarci l’odissea sanitaria vissuta recentemente, esprimendo la sua grande delusione. «Scrivo perché sono arrabbiata anche perché mi è stato risposto che “siamo in Calabria, così sono le cose, ci si deve accontentare“».
«Sono la mamma di una ‘bimba speciale’ di 5 anni, che soffre anche di crisi epilettiche e ogni tanto deve essere sottoposta ad alcuni controlli venosi attraverso il prelievo di sangue. I farmaci che assume infatti, vanno tenuti sotto controllo ma in Calabria in ospedale, non vengono analizzati tutti (il topiramato è un esame non viene analizzato in ospedale ed è necessario farlo in laboratorio). Di conseguenza ci dobbiamo affidare ai centri a pagamento. Ricordo che la bimba ha 5 anni e che è disabile; quindi in teoria ha diritto all’esenzione. Sabato mattina mi sono recata in vari laboratori dove, oltre a non far passare l’esenzione e quindi informarmi su prezzi che oscillano intorno ai 250 euro per 10 analisi, mi comunicano che se voglio ‘passare’ con l’esenzione ci vuole il 30 novembre».
«Ora dico – prosegue Stefania – se potessi aspettare il 30 novembre non avrei girato 10 laboratori. Finalmente in uno di questi, una signora che mi ha visto molto arrabbiata, mi ha chiesto 150 euro e così ho deciso di far eseguire le analisi sulla mia bambina in quel laboratorio. Quello che però mi rende delusa e arrabbiata è che, se una persona non può economicamente permettersi di pagare, cosa deve fare? Sacrificare la salute dei propri figli?». «E’ possibile che dobbiamo accontentarci su quelli che sono i nostri diritti e non si può fare qualcosa per non sentirci calpestati nella dignità?».
Firmato: mamma di una bimba speciale

