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I tre videogames arcade più amati degli anni 80-90

ghost & goblins

Amanti del vintage preparatevi a scoprire (o a riscoprire) i tre videogiochi che hanno segnato una generazione e sono entrati nella hall of fame dell’intrattenimento videoludico di tutti i tempi. Se non avete mai giocato alla versione originale, siete ancora in tempo per rimediare. Cercate un emulatore di console e preparatevi a notti insonni, perché ci perderete le ore. Forse non creavano problemi di dipendenza (come avviene per i games di oggi), ma i videogiochi di una volta sapevano colpire al cuore e restavano impressi a lungo.

Iniziamo la nostra lista con quello che è forse il più apprezzato dai più: Golden Axe. Prodotto dalla SEGA nel 1989, era un gioco fantasy in stile picchiaduro a scorrimento, dove l’obiettivo era quello di sconfiggere più nemici possibili tra armi classiche e lancio di incantesimi. Fu uno dei primi a permettere la selezione dei personaggi, ognuno con le sue caratteristiche speciali, e soprattutto l’utilizzo di cavalcature per combattere.

Tre i personaggi a disposizione: Ax Battler, barbaro armato di spadone a due mani con la possibilità di lanciare la magia della terra; Tyris Flare, amazzone armata di spada capace di lanciare gli incantesimi del fuoco; Gilius Thunderhead, il nano che utilizza l’ascia bipenne e lancia gli incantesimi del fulmine. Le magie erano la parte più divertente del gioco. Ognuno dei personaggi aveva una barra degli incantesimi differente, che a seconda delle ampolle conquistate si riempiva sbloccano diversi livelli di potenza. Una volta scatenata colpiva tutti i nemici presenti con effetti speciali che, all’epoca, erano spettacolari.

L’altra caratteristica unica e innovativa fu l’inserimento, come detto, di cavalcature utilizzabili in battaglia. Disarcionando un nemico dal suo animale si poteva prendere “in prestito”. Ognuno aveva le sue caratteristiche: l’uccello bipede senza ali colpiva con un colpo di coda girando su sé stesso; i draghi potevano, a seconda del tipo, lanciare una palla di fuoco o creare un getto infuocato a breve distanza.

Entrambi potevano inoltre caricare e colpire di testa. Al termine di ognuno dei cinque livelli si doveva affrontare il boss di turno, con difficoltà sempre maggiori. Dal primo titolo seguirono numerosi sequel, ma nessuno raggiunse i livelli di apprezzamento dell’originale.

Continuiamo con un altro gioco che chiunque, grande o piccino, conosce: Street Fighter II. Sviluppato e pubblicato da Capcom nel 1991, è uno di quei pochi casi in cui il secondo capitolo della saga, iniziata nel 1987, è migliore della prima. Street Fighter II è considerato uno dei migliori videogiochi di tutti i tempi. Ha ispirato numerosi videogiochi successivi ed è tutt’oggi il più venduto dell’azienda giapponese.

Picchiaduro 2D nel quale bisogna interpretare uno degli otto personaggi a disposizione per partecipare al torneo di arti marziali mondiale, il World Warrior Tournament II. Obiettivo del gioco: sconfiggere tutti i contendenti ed arrivare a scontrarsi contro il temibile M. Bison. I lottatori sono diventati iconici, ognuno con le sue caratteristiche mosse speciali, provenienti da ogni parte del mondo: dal più famoso Ryu al compagno di lotta Ken; l’attraente Chun-Li; il maggiore dell’aeronautica statunitense Guile; lo snodato Dhalsim; il lottatore di sumo Honda; il wrestler Zangief e Blanka, l’uomo della giungla brasiliana. A questi si aggiungono Vega, Sagat, Balrog e M.Bison, i “quattro re” della Shadaloo, la potente criminalità organizzata.

Dal primo gioco del 1987 sono stati creati numerosi sequel, altri titoli, crossover, antologie, nonché serie TV, film, fumetti e molto altro, compresa la famosa Street Fighter II slot. La slot machine del 2020, sviluppata da Netent è ovviamente ispirata al gioco ed è un prodotto che è riuscito a fondere la dinamica picchiaduro arcade con quella delle slot machine come pochi prima d’ora. Stessa grafica, effetti sonori e musica del gioco originale. Anche nella slot è possibile selezionare i personaggi iniziali, ognuno con le sue caratteristiche riportate in versione slot machine. Una griglia 5×5 tra i due avversari definisce le mosse e i moltiplicatori ricevuti, e l’obiettivo è lo stesso del gioco: sconfiggere più nemici possibili e andare avanti nel torneo di arti marziali.

Con un ritorno al giocatore del 96%, una volatilità media e la possibilità di giocare anche in versione demo gratuita, è una macchinetta che impressiona per la sua fedeltà con il gioco originale. Un titolo da provare assolutamente.

Chiudiamo la Top3 dei videogiochi più amati degli anni 80-90 con il titolo più vecchio dell’elenco: Ghosts ‘n Goblins – “il villaggio del mondo demoniaco”. Sviluppato sempre dalla Capcom nel 1985, siamo nei panni di Sir Arthur, un cavaliere medievale in armatura che deve salvare la sua bella. Attraversando terre popolate da mostri in una dinamica di gioco a scorrimento 2D, si affronterà il malvagio Astaroth nello scontro finale.

Simpatica la possibilità di rimanere letteralmente in mutande dopo essere stati colpiti la prima volta. L’armatura sparisce e l’eroe rimane senza protezioni, rischiando quindi di perdere una vita. Anche qui l’ambientazione è prevalentemente fantasy, con zombi, scheletri, orchi e pipistrelli ad impedire l’avanzamento del protagonista. Belle anche le armi a disposizione, che si possono trovare nelle giare trasportate dai nemici, e sono: la lancia da cavaliere, la torcia, il pugnale, l’ascia e lo scudo. 7 livelli di gioco, ognuno con il suo boss finale prima di liberare la dolce fanciulla. Ma attenzione, perché una volta finito il gioco si dovranno ricominciare tutti i livelli daccapo se si vuole davvero salvare la donzella. Sarai così bravo da riuscirci? Dimostralo su Ghosts ‘n Goblins.

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