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Famiglia lasciata senza corrente per 4 giorni, CNDDU denuncia: «Assenza di una reta di tutela»

CATANZARO – “Una famiglia composta da sette persone – tra cui un disabile grave e un paziente cardiopatico – è stata lasciata senza energia elettrica per oltre quattro giorni, nel pieno di una delle ondate di calore più intense degli ultimi anni”.

È quanto denuncia il prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU (Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani) nel portare all’attezione la vicenda accadura a Catanzaro, qualche giorno fa, nel quartiere Santa Maria, per la quale esprime profonda indignazione. Pesavento denuncia con forza la necessità di un intervento immediato delle autorità competenti affinché si istituiscano protocolli di salvaguardia delle persone più fragili. 

Famiglia lasciata senza corrente, la denuncia di CNDDU

Il Coordonamento dei docenti ricorda che “il distacco della fornitura è avvenuto in seguito a una banale dimenticanza nel pagamento di una bolletta, prontamente sanata il giorno successivo. Tuttavia, il fornitore ha proceduto con un’interruzione senza preavviso, senza una valutazione delle fragilità presenti, senza ascoltare le ripetute richieste di aiuto. A nulla sono valse le oltre cinquanta segnalazioni. Nessuna urgenza è stata riconosciuta. Nessuna voce è stata ascoltata” spiega.

“Non possiamo accettare che nel 2025, in un Paese che si definisce civile, sia ancora possibile abbandonare famiglie fragili nel buio – fisico e istituzionale – in nome di procedure cieche e disumanizzanti. – tuona Pesavento – Ciò che emerge da questo episodio è l’assenza di una rete di tutela efficace per chi è più vulnerabile, e un vuoto normativo che permette a soggetti privati di agire con totale indifferenza rispetto a condizioni sanitarie e sociali gravissime”.

Le richieste di CNDDU per la tutela dei cittadini

Questa vicenda, dice a chiare lettere il presidente di CNDDU, “è la cartina di tornasole di un sistema che ha smarrito il senso dell’umanità: un sistema in cui la burocrazia prevale sul buon senso, in cui un errore materiale – risolto immediatamente – diventa una condanna all’emarginazione. È inammissibile che un cittadino debba scegliere tra il rispetto di una scadenza e la salute dei propri cari”.

Motivi questi che hanno poprtato l’CNDDU a chiedere l’immediata attivazione delle autorità competenti per verificare eventuali responsabilità civili e amministrative da parte dell’ente fornitore, oltre all’apertura di un’indagine conoscitiva da parte delle autorità per l’energia e dei garanti dei diritti dei consumatori ed, infine, l’adozione urgente di protocolli di salvaguardia per i nuclei familiari fragili, che dice l’associazione “obblighino i fornitori di servizi essenziali a considerare la presenza di condizioni sanitarie delicate prima di procedere a distacchi o limitazioni”.

Il diritto alla casa, alla salute, all’acqua e all’energia “non sono privilegi. – tuona e concludo il presidente Pesavento – Sono diritti fondamentali, non negoziabili. È nostro dovere, come cittadini e come educatori, denunciare con fermezza ogni violazione e chiedere che la dignità umana torni a essere il centro delle politiche pubbliche e dei servizi essenziali”.

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