COSENZA – Il Gup del Tribunale di Cosenza, Dott.ssa Claudia Pingitore, ha prosciolto dall’accusa di turbata libertà di scelta del contraente, previsto e punito dall’art. 353 bis del codice penale l’architetto S. C., quale responsabile dell’ufficio tecnico del Comune e RUP del procedimento amministrativo – difeso dagli Avvocati Francesco Chiaia e Salvatore Alfano – l’Architetto M. M., quale componente del raggruppamento di imprese difeso dall’Avvocato Pasquale Vaccaro ed il signor C. B., quale procuratore di società facente parte di un raggruppamento di imprese difeso dagli Avvocati Luca A. Melegari e Fabrizio Mercuri del Foro di Latina.
Nello specifico, agli indagati, si addebitava la commissione in concorso del reato di turbata libertà di scelta del contraente. Secondo l’accusa il procuratore di società facente parte di un raggruppamento di imprese e i due architetti, previo accordo collusivo, avrebbero concordato il contenuto dell’avviso pubblico di indagine di mercato indetto da un comune presilano in vista dell’affidamento dell’incarico di progettazione e direzione di lavori, così condizionando la scelta del contraente.
Questa mattina si è svolto il processo con il PM che ha insistito nella richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli imputati. La parola è passata alla difesa, che aveva già depositato una corposa memoria con allegati, del dirigente, all’epoca dei fatti, dell’ufficio tecnico comunale arch.to S.C. l’Avv. Salvatore Alfano, esperto urbanista ed amministrativista, nella sua discussione ha approfondito in punto di atti amministrativi l’azione tecnico-amministrativa del dirigente comunale facendone rilevare la piena correttezza dell’agire.
Poi ha discusso l’Avv. Francesco Chiaia. Il noto penalista ha soffermato l’attenzione sugli atti investigativi degli inquirenti evidenziando come, proprio dalle indagini svolte, non vi fosse traccia alcuna dell’ipotesi collusiva contestata invece dal PM, e come la formulazione del nuovo rito dell’udienza preliminare – con la riforma cd. Cartabia – consentisse al GUP quell’approfondimento necessario che non poteva approdare nel caso del dirigente comunale ad una ipotesi di ragionevole condanna in dibattimento risultando inesistente nella condotta del suo assistito quel dolo tipico della reato ipotizzato dall’accusa. La parola è passata poi agli Avvocati Melegari e Mercuri che hanno ribadito la correttezza della condotta del loro assistito, il sig. C.B., quale titolare di società partecipante ad un raggruppamento di imprese. Infine ha discusso l’Avv. Pasquale Vaccaro che nel suo intervento ha evidenziato la inesistenza di dati di rilevanza penale per il suo assistito l’arch.to M.M.
Chiusa la discussione il GUP dott.ssa Pingitore si è ritirata in camera di consiglio e in accoglimento delle richieste delle difese ha emanato il dispositivo di sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste per tutti gli imputati.
