COSENZA – Parliamoci chiaro, che della Calabria non sia mai interessato davvero a nessuno lo sapevamo, ma oggi il comportamento del centrosinistra lo dimostra più che mai. La mancata (ad oggi) ufficializzazione della candidatura dell’europarlamentare Pasquale Tridico a presidente della Regione Calabria ne è la prova evidente.
Il suo traccheggiamento deriva dal fatto che, oltre a qualche sondaggio commissionato per capire la sua reale competitività, lo stesso Tridico sta facendo i propri calcoli su quanto gli convenga imbarcarsi in questa avventura.
In primo luogo deve valutare se abbandonare il seggio a Bruxelles, con tutti i suoi incarichi e benefici, per lanciarsi in una sfida politica regionale estremamente complessa. Anche se nella eventualità di una vittoria, guidare la Calabria significherebbe esporsi a rischi enormi. Basti pensare che, da Chiaravalloti in poi, quasi tutti i presidenti regionali si sono ritrovati con avvisi di garanzia.
Il secondo è strettamente legato al primo, e va considerato lo scenario interno al Movimento 5 Stelle. Tridico, infatti, farebbe parte di quella fronda che punta a ridimensionare il ruolo di Giuseppe Conte. Proprio per questo Conte gli avrebbe “passato il classico cerino acceso”.
Se dovesse perdere, Tridico si troverebbe costretto a scegliere tra il seggio di consigliere regionale a Palazzo Campanella o il ritorno a Bruxelles. E non c’è dubbio che opterebbe per la seconda ipotesi, finendo però inevitabilmente per veder ridimensionata la sua figura all’interno del Movimento.
Inoltre, questo attendismo è anche la riprova della debolezza del centrosinistra calabrese, incapace di esprimere con chiarezza una linea, un progetto e un candidato condiviso. Ed è proprio questo il vero punto: finché i partiti continueranno a ragionare in termini di convenienza personale o di equilibri interni, la Calabria resterà una terra abbandonata a se stessa, senza una visione e una guida politica stabile.
Se davvero si vuole fare intravedere un futuro diverso e non un terra di conquista, il nodo non è solo chi sarà il candidato, da contrapporre a Roberto Occhiuto, ma quale progetto politico verrà messo in campo per la Calabria tanto bella e piena di potenzialità ma maledetta e bistrattata.
