COSENZA – La situazione all’ospedale Annunziata di Cosenza si fa difficile. Da mesi ormai si registra un esodo continuo di medici che lasciano la struttura, aggravando una crisi che rischia di compromettere seriamente il diritto alla salute dei cittadini. La struttura ospedaliera di riferimento per l’intera provincia sta affrontando una delle sue peggiori stagioni, con reparti scoperti, turni massacranti e un clima generale di insostenibilità. Negli ultimi mesi si sono susseguite numerose dimissioni: dopo i medici De Negri, Vaccarisi, Doni e Scrivano, hanno lasciato il loro incarico anche la dottoressa Gaudio, la dottoressa Silvagni e, più recentemente, la cardiologa Cloro, professionista stimata da colleghi e pazienti e il chirurgo Rogano. A peggiorare ulteriormente il quadro, la scorsa settimana due ostetriche hanno rassegnato le dimissioni, lasciando in sofferenza anche il reparto di ginecologia.
Una situazione che va ad aggravare ulteriormente la carenza cronica di organico, sovraccarico di lavoro, mancanza di prospettive e carenze strutturali. Anche la Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti (Fismu), ha stimato in oltre 50, le unità mediche mancanti all’interno dell’Annunziata, tra ginecologi, anestesisti, ortopedici, neurochirurghi e medici del pronto soccorso. Reparti vitali per l’operatività dell’ospedale che si trovano oggi in difficoltà ad assicurare servizi adeguati.
In questo contesto di emergenza sanitaria reale, l’esodo dei medici dall’Annunziata rappresenta un campanello d’allarme che non può più essere ignorato. La situazione richiede un intervento immediato e straordinario da parte delle istituzioni regionali e nazionali: servono assunzioni urgenti, investimenti strutturali, condizioni di lavoro dignitose e un piano strategico per rilanciare l’intero comparto sanitario calabrese.
