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Cosenza, uccise un maiale ai Box Art. Assolto in appello l’artista Maurizio Orrico “nessuna uccisione ma macellazione”

CATANZARO – Suscitò scalpore, critiche, un polverone di polemiche e una denuncia da parte dell’Enpa, l’uccisione di un maiale avvenuta oltre dieci anni fa (tra dicembre 2015 e gennaio 2016) a Cosenza, all’interno della manifestazione svolta ai BoCs Art e per cui l’artista Maurizio Orrico, 60 anni, venne condannato dal Tribunale di Cosenza alla pena di tre mesi e al pagamento delle spese processuali. L’artista aveva filmato la macellazione del maiale al fine di raccontare la plurisecolare tradizione calabrese, peraltro ripresa anche da famose serie TV. Fece uccidere pubblicamente il maiale, da due persone rimaste ignote ma da lui incaricate, nel corso della manifestazione patrocinata tra l’altro dall’allora Amministrazione Comunale, prima un colpo di pistola e poi lo sgozzamento.

Il video fece il giro del Web e l’Ente Nazionale Protezione Animali denunciò tutto  alla Procura della Repubblica tramite l’avvocato Claudia Ricci. Dopo la prima iscrizione dell’uomo nel registro degli indagati, venne successivamente chiesta l’archiviazione. Enpa si è oppose richiedendo indagini approfondite. Arrivò una seconda richiesta di archiviazione da parte della procura e vi fu una nuova opposizione. Il Gip, in sede di udienza, diede ragione a Enpa rinviando a giudizio l’artista e aprendo il processo dove Enpa si costituì parte civile anche con l’ausilio dell’avvocato Maurizio Vetere della Rete Legale Enpa a Cosenza.

La Corte di Appello di Catanzaro, nonostante la maturazione del termine di prescrizione, con sentenza n. 3914/2024, depositata nello scorso mese di febbraio, ha ribaltato la sentenza di primo grado e ha assolto nel merito Maurizio Orrico perché il fatto non sussiste. Per il legale dell’artista, «l’avvocato L’ENPA ne fece un caso e dopo essersi opposta a ben due richieste di archiviazione avanzate dalla Procura Bruzia, la Presidente Carla Rocchi definì frettolosamente l’ingiusta decisione di primo grado una una sentenza epocale».

Ma la Corte di Appello di Catanzaro ha completamente riformato la decisione e, gravemente proposto da Orrico, difeso dall’avvocato Zupi, ha statuito che accogliendo non è stata eseguita alcuna uccisione di animale (art. 544 bis c.p.), bensi una mera macellazione di un animale destinato al consumo ed alla trasformazione. Nessun “animalicidio”, dunque e stato perpetrato da Orrico, neppure come “concorrente morale” e nessun maltrattamento ha subito il maiale. Nessun risarcimento spetta all’ENPA, dal momento che la Corte di Appello ha pure revocato le statuizioni civili conseguenti alla condanna.

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