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Cosenza: bentornato “Leone” dove tutto ebbe inizio, la statua di Giacomo Mancini ritorna a casa

mancini

COSENZA – Un giorno che sarà ricordato nella storia della città: ieri sera il popolo cosentino ha salutato con orgoglio il ritorno della statua di Giacomo Mancini, il Leone socialista, finalmente ricollocata presso il palazzo della famiglia Mancini, nel cuore della città vecchia, “dove tutto ebbe inizio” recita uno striscione appeso. Un evento carico di significato, simbolico, politico e affettivo, che ha riunito cittadini, sindaci e rappresentanti istituzionali, in un abbraccio collettivo attorno alla memoria.

Il ritorno del Leone è coinciso con una data emblematica: il 25 luglio, giorno della caduta del fascismo nel 1943, e con la festività di San Giacomo, onomastico del leader cui la statua è dedicata. La combinazione non poteva essere più significativa. E mentre la folla applaudiva il ritorno del monumento, nessuno dimenticava lo strappo doloroso che lo aveva preceduto.

“Quel giorno dello ‘sfratto’ è stato uno dei più brutti della mia vita da cittadino” ha detto con la voce rotta dall’emozione Giacomo Mancini junior, tra i promotori dell’iniziativa. “Toglierla da lì è stato come strapparci un pezzo d’anima. Un atto becero, arrogante, senza alcuna giustificazione, se non l’ignoranza e il disprezzo per la storia.”

Un atto di cancellazione simbolica

La rimozione della statua davanti alla sede del Comune, rappresenta per molti non solo un’azione amministrativa, ma una volontà politica di rimozione della memoria e del significato profondo che Giacomo Mancini ha avuto nella costruzione della città moderna. Un sindaco, un leader socialista, un uomo delle istituzioni il cui contributo è riconosciuto anche oltre i confini della Calabria.

“Chi ha compiuto quello sfratto ha umiliato Cosenza” ha continuato Mancini. “Un gesto figlio della paura e dell’ignoranza, che ha aperto una ferita ancora sanguinante. Eppure oggi, noi siamo qui, e siamo di più. Siamo quelli che la storia non la dimenticano e non permettono che venga riscritta da chi non l’ha mai capita”.

Non sono mancati riferimenti all’attualità politica della città. Senza fare nomi, Mancini Jr ha criticato una guida comunale “poco rispettosa della storia” e ha auspicato un cambio di rotta: “Cosenza merita una guida capace di guardare al futuro senza rinnegare le sue radici.” Commovente il ricordo personale nei confronti di Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza, ringraziato per la sua disponibilità e per la sua apertura al dialogo con una comunità laica, ma non per questo distante dai valori umani.

Ritorno definitivo o tappa intermedia?

La statua è oggi ricollocata nel cortile del palazzo Mancini, un luogo di grande significato simbolico. Ma già si discute se sia una tappa provvisoria, in attesa di un eventuale ritorno davanti al Comune, lì dove fu brutalmente sfrattata. “C’è chi la vuole qui e chi la rivuole davanti al Comune. “Ma la vera sfida – ha detto Mancini Jr – è riportare le idee di Mancini dentro il Comune, nelle scelte amministrative, nella visione per la città. Dobbiamo rimettere al centro quelle idee che hanno fatto grande Cosenza: giustizia sociale, partecipazione, cultura”. La giornata si è conclusa in un clima di festa popolare, tra emozioni condivise e il sollievo di vedere nuovamente il Leone tra la sua gente.

 

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