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Cosenza, asili comunali a rischio: fallito il dialogo con il Comune. Usb: «La misura è colma»

COSENZA – “La questione degli asili nido comunali a Cosenza è giunta a un punto di non ritorno. Dopo mesi di confronto e collaborazione, culminati in un tavolo di mediazione con l’amministrazione comunale, la misura è colma: la nostra organizzazione ha deciso di abbandonare le trattative, denunciando pubblicamente l’operato di un’amministrazione che, a fronte di promesse e richieste di collaborazione, sta smantellando pezzo dopo pezzo i servizi all’infanzia e il welfare familiare”. Lo denucia il sindacato Usb Cosenza.

“La mobilitazione e i ritardi del Comune”

Fin da gennaio 2024, abbiamo posto al centro del dibattito cittadino la precaria situazione degli asili nido e delle loro lavoratrici. La scadenza del bando ad agosto 2024, le legittime richieste di aumento orario e salariale per il personale, le prospettive incerte sul futuro del servizio e il rischio concreto di una riduzione dell’orario a danno sia dei bambini (che perderebbero il tempo pieno) che delle educatrici (con un’ulteriore diminuzione oraria), sono stati i pilastri della nostra mobilitazione. Una mobilitazione che si inserisce in un quadro più ampio di sistematico smantellamento dei servizi educativi, ricreativi e di welfare per le famiglie che ha caratterizzato gli ultimi anni a Cosenza.

A giugno 2024, stanchi dei ritardi e dell’immobilismo comunale, abbiamo indetto un’assemblea pubblica direttamente negli asili nido per denunciare lo stallo del bando e chiedere un’immediata proroga. Una proroga che, a causa delle lungaggini comunali, è arrivata troppo tardi, costringendo le lavoratrici a perdere due settimane di lavoro e ritardando di pari passo l’apertura dei nidi a settembre. La risposta non si è fatta attendere: a ottobre, una nuova assemblea pubblica cittadina ha riaperto lo stato di agitazione, culminato nello sciopero generale del 29 novembre.

“Le promesse mantenute solo a metà: i tavoli di confronto”

Queste azioni hanno riaperto un tavolo di confronto comunale alla presenza del consigliere con delega agli asili nido, Ciacco, e del dirigente Bruno. In una riunione tenutasi a febbraio 2025, alla presenza delle lavoratrici, avevamo trovato un accordo per una collaborazione fattiva nella stesura del nuovo bando, con l’obiettivo di renderlo migliorativo. Le nostre proposte, accolte inizialmente con entusiasmo, miravano a:

Valorizzare i nuovi asili PNRR: I nuovi asili di Via Saverio Albo e Via Asmara, insieme a quelli già esistenti (Via Livatino e Via Misasi), avrebbero portato la disponibilità totale a 180 posti in città, con un aumento di 40+30 posti complessivi. Questo avrebbe garantito un servizio migliore, evitato i dinieghi alle domande di iscrizione e, soprattutto, permesso l’aumento delle ore per le lavoratrici, portandole al full-time. Si calcolava che il rapporto numerico delle educatrici (1 educatore ogni 7 bambini, con un coefficiente di 25,7 arrotondato a 26) avrebbe permesso di portare l’attuale forza lavoro al 50% dell’orario previsto dal contratto al tempo pieno.

“Aumentare il personale e la dignità lavorativa”

Il rapporto di 1 ausiliario/addetto ai servizi generali ogni 25 bambini avrebbe consentito di passare dalle attuali 6 unità al 50% a 7 full-time, con l’aggiunta di altre 2 cuoche, arrivando a un totale di 4. Questo avrebbe significato ridare dignità economica alle lavoratrici con un salario degno e creare nuovi posti di lavoro (2/4 educatori, 1 ausiliario e 2 cuoche in più a coprire le posizioni vacanti). I due nuovi asili avrebbero coperto nuove zone della città, garantendo maggiore serenità lavorativa.
Riformare i criteri del bando: Il nostro lavoro si è concentrato anche sugli aspetti del bando, che dovevano essere migliorati rispetto a quello del 2018 (l’ultimo fatto).

Avevamo proposto di eliminare la premialità per le offerte al ribasso, introducendo invece una forte premialità per le offerte formative aggiuntive e di qualità da parte dell’aggiudicatario. Tra le proposte: corsi di inglese di base per bambini, iniziative sull’ecologismo, la salvaguardia e il rispetto dell’ambiente (insegnare la differenziata, giornate del riciclo, l’orto urbano in collaborazione con esperienze cittadine), educazione al rispetto e alla parità di genere per insegnare ai bambini la tolleranza. Si prevedevano giornate di sport nelle strutture comunali e giornate fuori per i bambini più grandi, collaborando con il comune per ospitarli in luoghi di interesse storico, artistico e culturale come il Castello, il Rendano, Casa delle Culture, il cinema-teatro Italia, la Biblioteca Civica, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio di Stato, per far scoprire ai bambini la storia e le origini della città e promuovere l’integrazione e il rispetto delle culture di altre nazionalità.

Promozione e accessibilità

Si chiedeva una maggiore visibilità per gli asili, con campagne di promozione e marketing per avvicinare nuova utenza e informare la città sull’offerta. Infine, più sgravi per le iscrizioni, pensando a forti agevolazioni per le madri e i padri non residenti ma che lavorano nella nostra città.

“L’amara verità e l’abbandono del tavolo”

Un anno di lavoro, di proposte concrete e di entusiasmo, che si è rivelato purtroppo nullo, lasciandoci umiliati e presi in giro. Nell’ultimo incontro, l’amministrazione comunale – che inizialmente ci aveva chiesto aiuto immaginando l’inserimento dei nuovi asili, cosa detta davanti alle lavoratrici che avevano riposto grande speranza – ha smentito clamorosamente quanto precedentemente affermato. Hanno dichiarato di non aver mai detto questa cosa e che i nuovi asili PNRR non saranno disponibili prima del 2027. Questo nonostante siano già terminati, a causa della mancanza di fondi comunali per arredi, collaudo e messa a norma. Nel 2027 saranno passati tre anni da quando il Comune, in pompa magna, annunciava l’apertura dei nuovi nidi e persino di uno nuovo a Via Popilia. Una solita campagna elettorale propagandistica che si è dimostrata tutto fumo e niente arrosto. Nel 2027, questi asili saranno già “vecchi”, necessitando di nuovi interventi e sprechi di risorse comunali, ingrassando le tasche di ditte compiacenti e privando del servizio i cittadini.

A ciò si aggiunge la paventata ipotesi di una riduzione dell’orario di apertura dei nidi, che oggi prevede un prolungamento fino alle 18:30 per supportare le madri e i padri lavoratori, dando respiro alle famiglie e soprattutto alle donne, su cui grava maggiormente il peso genitoriale. Il RUP Caruso ha dichiarato che solo pochi bambini usufruiscono del tempo pieno, asserendo una scarsa “offerta”, ma confrontandoci con le lavoratrici sappiamo che i bambini sono oltre 30, il tutto senza alcuna promozione adeguata del servizio. Crediamo fermamente che si voglia ancora una volta “stringere la cinghia” a danno di cittadini, genitori e lavoratori. È emblematico il riferimento successivo a questa dichiarazione, dove veniva fatto notare un “aumento salariale” che, se rapportato all’aumento dei costi e al carovita, risulta non solo nullo ma anche peggiorativo rispetto alle condizioni pre-Covid. La sensazione è che si voglia usare l’aumento salariale riducendo le ore per mantenere intatto lo stipendio, annullando di fatto l’aumento stesso.

“La responsabilità politica e lo smantellamento dei servizi”

È impensabile che la maggioranza del consiglio comunale, che si batte nelle segreterie nazionali su tematiche come aumento salariale, riduzione delle ore di lavoro e dignità lavorativa, facendo i leoni ora che sono all’opposizione, quando deve amministrare nei territori non sia in grado di mettere in pratica ciò che millanta. Si rifugiano dietro i freddi numeri, i paletti imposti dai tecnicismi e dalla burocrazia, mandando avanti dirigenti e responsabili di procedimento che non si curano di promesse elettorali, consenso e prospettiva politica, ma rimangono burocrati al servizio dei conti e non del benessere o di un progetto politico che si vuole definire progressista ma che sta smantellando pezzo dopo pezzo la cosa pubblica.

Cosenza, un tempo città all’avanguardia dove Mancini, con una visione illuminata, ha costruito cooperative, Città dei Ragazzi, biblioteche dei ragazzi, ludoteche e centri ricreativi in ogni quartiere, servizi di pre e post scuola, accompagnamento scolastico, servizio di trasporto disabili e asili nido comunali, ha visto tutto questo smantellato pezzo dopo pezzo e depotenziato al minimo. Il prossimo bando, anche nella migliore delle ipotesi, sarà peggiorativo persino rispetto a quello del 2018, in pieno dissesto, quando le strutture erano 3 e la capacità di accoglienza di 130 bambini.

L’operazione verità sui conti pubblici non è mai stata fatta, e il sindaco Caruso è pienamente colpevole di ciò. Ci priviamo di servizi essenziali e poi regaliamo strutture sportive con debiti enormi al Presidente Guarascio, oppure non riscuotiamo milioni di euro di crediti verso enti come l’ASP o l’azienda ospedaliera. Le lavoratrici devono essere private della dignità lavorativa, ma poi vengono vinti bandi dai figli dei politici che guidano dietro le quinte la città, facendogli trattare il centro storico come il parco giochi di famiglia per realizzare i desideri e le ambizioni della “bimba di casa”. Si danno consulenze a parenti e amici, padri e fidanzati.

Questo comune voleva proporre la Città Unica, e se questo è l’esempio che mettono in atto, bene hanno fatto i comuni limitrofi a difendere i loro confini, vista la differenza evidente nell’amministrare i servizi pubblici. Immaginate cosa poteva diventare un servizio del genere gestito in modo unico in questo modo: un disastro. Per tutte queste ragioni, abbiamo deciso di abbandonare il tavolo di mediazione con il Comune. Non ci sono più i presupposti per continuare, abbiamo dato e fatto più del dovuto. Il nostro dovere politico, sindacale e morale è informare la città di quanto sta accadendo, non essere complici e inchiodare ognuno alle proprie responsabilità.

Invitiamo tutta la città: sindacati, gruppi, associazioni, CSV e Terzo Settore, maggioranza e opposizione comunale, a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà lunedì pomeriggio alle ore 18:00 in Via Macallè, a Cosenza. Giù le mani dagli asili nido!”.

 

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