COSENZA – Si è concluso con una piena assoluzione il procedimento penale che vedeva imputati tre dirigenti medici dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Il Giudice dell’Udienza Preliminare, dott.ssa Letizia Benigno, ha infatti assolto il prof. Michele Morelli, e i dottori Paolo Turtulici e Gaetano Gigli, perché “il fatto non costituisce reato”, al termine del processo celebrato con rito abbreviato.
Accusati di falso ideologico in atto pubblico omissivo
I tre professionisti erano stati tratti a giudizio con l’accusa di falso ideologico in atto pubblico omissivo, in relazione allo svolgimento della prova pratica del concorso per la copertura di due posti di dirigente medico specialista in ostetricia e ginecologia bandito dall’Azienda Ospedaliera. I due vincitori del concorso furono i dott.ri Valentina Russo e Giovanni Prota, difesi dagli Avv.ti Federica Russo e Francesco Izzo del Foro di Catanzaro. La Dr.ssa Tiziana Russo aveva però denunciato irregolarità nello svolgimento del concorso pubblico. Un vicenda lunga e complicata fatti di ricorsi e controricorsi, sentenze, ordinanze e sospensive, con una vera e una battaglia legale, conclusa con la sentenza del Consiglio di Stato a gennaio del 2024.
Nel procedimento penale, invece, secondo l’ipotesi accusatoria, Morelli, in qualità di presidente della commissione esaminatrice, insieme ai commissari Turtulici e Gigli, avrebbe falsamente attestato nel verbale del 5 giugno 2022 il superamento della prova da parte di tutti gli undici candidati ammessi, nonostante – secondo il report informatico trasmesso dalla società incaricata della gestione telematica del concorso – solo cinque avessero effettivamente conseguito un punteggio sufficiente.
Concorso in ginecologia e ostetricia: la denuncia
Il Pubblico Ministero, dott.ssa Rossella Torrusio, aveva richiesto la condanna degli imputati, proponendo pene comprese tra i tre anni di reclusione per Morelli e i due anni e quattro mesi per gli altri due medici. Presente in aula anche la parte civile, la dott.ssa Tiziana Russo, la cui denuncia aveva dato avvio al procedimento penale. Assistita dall’avv. Luigi Ciambrone, la Russo aveva chiesto la condanna degli imputati e il riconoscimento di una provvisionale di 100.000 euro a titolo di risarcimento del danno.
Di diverso avviso il collegio difensivo, composto dagli avvocati Antonio Vanadia, Isabella Linguanti e Giovanni Policastri che, al termine di un’articolata arringa, ha sostenuto l’assoluta insussistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato contestato, evidenziando la correttezza dell’operato dei componenti della commissione. Dopo una lunga camera di consiglio, il giudice Benigno ha letto il dispositivo di sentenza, riconoscendo la piena legittimità e accuratezza delle procedure concorsuali e disponendo l’assoluzione di tutti gli imputati.

