COSENZA – Cosa resta del Lungofiume di Cosenza. Appena due settimane fa, grazie all’utilizzo del vecchio ponte della ferrovia diventato una moderna passarella per pedoni e biciclette, sono stati uniti i due parchi verdi e le piste ciclabili tra i comuni di Rende e Cosenza. Un’opera importante e nuova di zecca che ha consentito di portare da una parte all’altra del Campagnano la pista ciclabile. Ma se la zona a Nord della città sta vivendo una nuova rinascita, grazie proprio all’impiantistica sportiva (qui sorgerà il Palasport dello squash) e ad altre opere, la zona a Sud della città vive un inesorabile declino. Lì proprio dove la pista ciclabile di Cosenza inizia.
La zona degradata del Lungofiume
Dopo numerose segnalazioni arrivate in redazione ci siamo recati sul posto per raccontare e documentare quel tratto ormai abbandonato che costeggia il Fiume Crati e in evidente stato di degrado, dove regna incuria e sporcizia. Parliamo dall’area verde di Viale George Norman Douglas, l’area che ospita i famosi Bocs Art. Abbiamo percorso in bici la pista ciclabile che costeggia il Lungofiume, quello che un tempo era un cuore pulsante delle estati cosentine. Questo è quello che abbiamo trovato.
Il ponte di legno che rischia di crollare
Nel primo tratto che costeggia il fiume Crati troviamo, ormai in pessime condizioni e ridotto praticamente in macerie, il ponte di legno che un tempo univa le due sponde del fiume. Si parcheggiava su via Bendicenti e attraversando il ponte si arrivava subito su Viale George Norman Douglas. Il ponte, oltre ad essere in evidente stato di abbandono e pericolante, è anche pericoloso, visto che c’è solo una transenna, ormai arrugginita come le barriere del ponte, a vietarne l’utilizzo con le tavole di legno divelte. I residenti ci raccontano che, nonostante le numerose segnalazioni, anche agli organi competenti, la situazione è quella mostrata dalle foto.
Lungofiume pieno di discariche a cielo aperto e sporcizia
Proseguiamo con la nostra bici verso l’interno del parco, non senza difficoltà. La pista ciclabile è invasa da sporcizia ed erbacce. Le discariche a cielo aperto costeggiano tutta la zona, già dal primo tratto vicino all’ex Fabbrica Mancuro&Ferro. Arriviamo ai BocsArt ed anche a pochi passi dalla pista ciclabile quei pochi cassonetti presenti sono fatiscenti e strapieni fino all’orlo.
BocsArt fatiscenti: da residenze artistiche a bivacchi
Le prestigiose residenze artistiche, che dovevano essere precursori di diverse altre installazioni e portare la Città di Cosenza ad essere come uno dei luoghi più ambiti e prestigiosi per questa tipologia di attività, sono usate oramai per bivacchi e feste improvvisate. A terra, intorno, c’è di tutto: bottiglie rotte, buste e sporcizia. Installare quasi 10 anni fa e parte di un finanziamento dell’UE, i 27 boxArt i prefabbricati ed ecosostenibili, destinati ad ospitare gli artisti, avevano consentito al Comune di Cosenza di ottenere anche il Premio Smau Napoli 2015 sezione ‘Communities’ nell’ambito delle città più innovative d’Italia. Oggi sono oramai scatole vuote e abbandonate, prive di qualsiasi contenuto artistico e culturale.
Lasciamo i BoxArt e ci addentriamo verso il parco. La pista ciclabile è in evidente stato di abbandono: la parte interna è anche priva di impianto di illuminazione. Restano solo gli scheletri dei lampioni. La vegetazione ha coperto tutto mentre le radici degli alberi hanno ormai invaso e distrutto la pista ciclabile creando dei tratti non percorribili. Proseguiamo a piedi: in alcune zone delle mini-frane hanno bloccato il passaggio alle bici. Resta solo desolazione e con un branco di cani randagi che “gentilmente” ci invitano a tornare indietro.

