RENDE – Segnate questa data: 17 Maggio alle 20:30. Dalla penna di Mattia Filice alla platea del cinema Garden di Rende, arriva il teatro dell’assurdo. Il giovane regista e sceneggiatore cosentino, insieme a una troupe di ben trenta persone – tra attori, cantanti, ballerini e tecnici – porta nella sua città uno spettacolo nuovo di zecca, pensato per esplodere.
Nessun ordigno pericoloso, ma pronti a scoppiare a ridere!
Quello che andrà in scena sarà un musical tragicomico, o meglio una tragicommedia musicale che riduce in coriandoli la quarta parete. Abbondantemente condito di un umorismo dark, brillante e pungente quanto demenziale, lo spettacolo non si lascia limitare dalle definizioni. Eclettico, irriverente e autoironico, si può descrivere soltanto come unico nel suo genere.
La Terra della Pazzia
La storia, tra sala e palcoscenico, racconta la disperata ricerca di una libertà negata dal capriccio di un fato impietoso. Si incarna in figure grottesche l’inutile crudeltà di una società che ancora oggi troppo spesso si trasforma in una carceriera spietata e disumana nei confronti del diverso in quanto tale. I quattro protagonisti in effetti non potrebbero essere più diversi di così. Se all’inizio appaiono come caricature demenziali del matto da barzelletta, la bravura degli attori lascerà poi emergere l’umanità intrinseca di individui tristemente segnati dalla propria storia. Seppur emarginati non si lasciano ridurre alla malattia mentale, ma lottano per affermare la propria identità: in primo luogo attraverso la relazione con l’altro, che è anche il pubblico.
Al vuoto e alla solitudine del manicomio si oppone il calore e l’inarrestabile, assurda vivacità di relazioni improbabili. Il disorganizzato tentativo di fuga dei protagonisti darà vita a situazioni esilaranti, ma alla fine nulla andrà come dovrebbe. Il proposito dietro lo spettacolo è quello di sensibilizzare su una tematica attuale estremamente delicata, rovesciando però la retorica del pietismo che la società bigotta riserva alla figura del malato mentale come a chiunque non rientri nei canoni del “normale”.
Senza prendersi troppo sul serio, bisognerebbe imparare a ridere delle assurdità della vita. Il silenzio di chi ci tiene a portare il dovuto rispetto non cambierà le cose, ma si farà complice di un sistema che finisce per ignorare i problemi di salute mentale finché non è troppo tardi. Di queste cose non si deve parlare sottovoce, abbassando lo sguardo, ma anzi – è proprio questo intento il cuore pulsante dello spettacolo – cantando e ballando a suon di musica, facendo più rumore possibile.
Agli attori Milena Audia, Davide Carpino, Marco d’Ippolito, Maria Teresa di Cianni, Alessandro Giordano, Annamaria Lecce e Corrado de Pasquale si aggiunge l’ensemble composto da Enrico Borrelli, Anna Deriu, Simone Florio, Gianluca Giuliani, Federica Lo Rè, Aurora Palumbo, Sofia Rende, Giorgia Sconosciuto, Maria Ilenia Tucci. Le coreografie sono curate da Giusy Massarini e Mario Shake Paradiso. Il make-up è di Laura Iaquinta, che ricopre anche il ruolo di Aiuto Regia, con Alessandro Gencarelli e Martino Perito come assistenti alla regia.

