CASTROLIBERO (CS) – A Castrolibero monta la protesta dei lavoratori impegnati nel servizio di igiene urbana, gestito dalla società Mia Multiservizi Igiene Ambientale in appalto per conto del Comune. Gli operai denunciano una situazione che si trascina ormai da mesi: l’assenza totale di spogliatoi, servizi igienici e docce. Una condizione che li costringe quotidianamente a cambiarsi in macchina o in strada, con inevitabili ricadute sulla salute, sulla sicurezza e sulla dignità personale.
Costretti a cambiarsi in macchina perché privi di locali adeguati
A farsi portavoce del malcontento è il segretario provinciale UGL Igiene Ambientale, Pasquale Amantea, che ha raccolto numerose segnalazioni dai lavoratori. «È vergognoso – afferma – che nel 2025 gli addetti all’igiene urbana siano costretti a cambiarsi in macchina perché privi di locali adeguati. Parliamo di persone che garantiscono un servizio essenziale per la comunità, affrontando caldo, pioggia, polvere e cattivi odori senza poter usufruire neppure di un bagno o di una doccia. Sono violazioni lampanti delle norme di sicurezza e del Contratto nazionale, che obbligano le imprese a garantire spazi idonei e attrezzati».
Pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie
Secondo l’UGL, si tratta di gravi inosservanze rispetto al Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/08) e alle disposizioni contrattuali, che impongono la presenza di spogliatoi, docce e servizi igienici. Nonostante le ripetute segnalazioni a Mia Multiservizi, al Comune e all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, la situazione non è cambiata. «Se non arriveranno provvedimenti immediati – avverte Amantea – metteremo in campo tutte le iniziative necessarie, sindacali e legali, per difendere la salute e la dignità degli operatori, e quindi indirettamente anche quella dei cittadini».
Responsabilità anche dal Comune di Castrolibero
Il sindacalista non risparmia critiche all’Amministrazione comunale, che il 1 febbraio 2023 ha affidato il servizio in appalto senza – sostiene – verificare il rispetto delle clausole previste dal capitolato speciale di gara. «Il Comune ha responsabilità precise di controllo – incalza Amantea –. Non basta assegnare un servizio: bisogna vigilare affinché l’azienda appaltatrice rispetti le condizioni contrattuali. Se questo non avviene, significa che c’è stata mancanza grave anche da parte dell’ente appaltante».
Il nodo, dunque, non è soltanto legato al disagio degli operai, ma anche alla tutela della salute pubblica. «Chi lavora nella raccolta rifiuti entra in contatto con sostanze nocive e materiali potenzialmente infetti – prosegue Amantea. Tornare a casa senza potersi lavare o cambiarsi in maniera adeguata non è solo indegno, ma pericoloso per i lavoratori e per le loro famiglie».
La vicenda mette in luce, ancora una volta, le criticità del sistema degli appalti pubblici, dove ribassi e tagli di bilancio finiscono per scaricarsi sulle condizioni di chi lavora. «Non ci fermeremo – conclude Amantea – finché non verranno garantiti ai lavoratori spazi sicuri, dignitosi e conformi alla legge. Non chiediamo privilegi, ma solo il rispetto dei diritti minimi previsti per chi ogni giorno svolge un lavoro tanto duro quanto indispensabile».
